È il secondo album dell’artista italiano dal 5 aprile presente su tutte le piattaforme digitali
Il secondo album di Wasichu si chiama “L’Effetto della cifra di sinistra” ed è distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records del musicista e produttore Salvatore Papotto. “L’Effetto della cifra di sinistra” arriva a distanza di quattro anni dall’esordio “Non è un disco per giovani” (La Stanza Nascosta Records, 2020). L’album è in bilico tra folk, rock-blues, country e incursioni reggae (si ascolti “L’irriverenza”) e nasce come taccuino privato e diventa una sorta di caustico bignami di storture universali, vergato con deciso piglio autoriale. Tuttavia Wasichu sembra dirci, con Lewis Hyde, che del sarcasmo si può fare solo un uso “emergenziale”, a pena di farsi piacere la propria gabbia.
Wasichu, il consumismo che ruolo gioca nella società?
«Determinante è il fondamento che regge tutto: consumiamo in modo ossessivo, insensato, inutile, non riusciamo a smettere. A casa mia ci saranno circa una settantina di bicchieri, scarpe messe una volta sola, giacche mai usate, soprammobili che non dovrebbero nemmeno esistere…ed è così per ognuno di noi, appena si rompe una stringa buttiamo le scarpe per far spazio ad un nuovo acquisto. Viviamo in case enormi sommersi da cose superflue e siamo sempre pronti a buttarle e rimpiazzarle. Mi sto sforzando di cambiare e dovremmo considerare il riuso, il riciclo, la riparazione e il riutilizzo. Sono un consumatore (o consumista?) pentito».
Perché nasce questo album?
«Per lo steso motivo per cui è nato il primo per gioco. Scrivevo canzoni quando ero ragazzo, ci provai ma senza quasi alcun riscontro, quindi che fai? Te ne fai una ragione, ritiri tutto in un cassetto e ciao, vivi la tua vita. Poi arrivano i 50, arriva la crisi di mezza età e allora te ne freghi e ci riprovi cosi per gioco».
La crisi economica in che modo incide nelle scelte dei consumatori?
«Questa mi pare domanda per economisti, ma provo a dire la mia. Dunque, il telegiornale dice che di solito le crisi nascono proprio perché diminuiscono i consumi. Quindi, per non avere crisi, dovremmo consumare ogni anno di più dell’anno precedente. Ma come si fa? Ma come può stare in piedi un sistema del genere? Ma prima o poi non finiranno le cose da consumare? Riepilogando: se consumiamo svuoteremo il pianeta sovraccaricandolo di rifiuti, allora il mondo imploderà se smettiamo di consumare: chiudono i negozi, le aziende licenziano, quindi crisi economiche, sociali, guerre e allora il mondo esploderà. Servirebbe una terza opzione ma non ce l’ho».
Credits
Testi e musiche: Wasichu; arrangiamenti: Salvatore Papotto, Leonardo Clyde Guelpa; In “dio di tutti” arrangiamento pianoforte: Samuele Chiarelli; Wasichu: voce, chitarre, armonica a bocca; Salvatore Papotto: basso, synth, programmazione archi, organo. Leonardo “Clyde” Guelpa: chitarre, batteria. Samuele Chiarelli: pianoforte in “dio di tutti”. Mixaggio e mastering: Salvatore Papotto.
Francesco Fravolini