Il razzismo, si sa, è un fenomeno diffuso nel mondo e in modo particolare in America. Si cerca di estirparlo da secoli con campagne di sensibilizzazione sociale e con attività e manifestazioni organizzate da movimenti internazionali come quello del “Black Lives Matter”, tornato alla ribalta in questi giorni dopo l’ennesimo abuso che alcuni membri del corpo di polizia di Minneapolis hanno perpetrato ai danni dell’afroamericano George Floyd, uccidendolo.
Le campagne per la lotta contro il razzismo non si fermano però a questo.
Nel mirino talvolta finiscono anche produzioni televisive e cinematografiche, accusate di portare avanti messaggi razzisti o di contenere elementi giudicati tali.
Ed è proprio sulla scia delle nuove proteste nate dopo l’uccisionedi Floyd che “Via col vento”, un classico intramontabile del cinema a livello mondiale, è stato ritirato dal catalogo della piattaforma streaming HBO Max con l’accusa di contenere “pregiudizi etnici e razziali”, come dichiarato dal portavoce dell’azienda.
“Via col vento” narra della travagliata storia d’amore tra Rossella O’Hara e Rhett Butler ai tempi della Guerra Civile e ha conquistato ben 8 Premi Oscar, tra i quali quello di “Migliore Attrice Non Protagonista” conquistato da Hattie McDaniel, la prima attrice afroamericana a vincere la prestigiosa statuetta.
Se è vero che il film è “un prodotto del suo tempo”, come ha specificato il portavoce del servizio streaming, non c’è da stupirsi che contenga al suo interno luci e ombre della società dell’epoca, per cui sarebbe spontaneo chiedersi: ha davvero senso ritirare un film con l’accusa di razzismo solo perché mette in scena quello che era uno spaccato dei pensieri e degli atteggiamenti della società dell’epoca ( e che, oltretutto, sono ancora attuali)? È realmente un gesto di rispetto nei confronti di coloro che vengono discriminati da sempre e continuano a esserlo tutt’ora? O forse è una reazione che nasce dall’ipocrisia, dalla vergogna o magari dal tentativo un po’ ridicolo di cancellare gli errori e le macchie del passato, mascherando il tutto dietro la scusa del “rispetto”?
Sia come sia, “Via col vento” non è l’unico prodotto finito nel mirino in questi giorni.
La Paramount Network ha cancellato “Cops”, un reality che da ben 33 stagioni mostrava al pubblico il lato positivo della polizia, una visione che cozza prepotentemente con le violenze che diversi poliziotti hanno perpetrato i nquesti giorni per sedare le proteste.
Yami