L’iniziativa economica è nata nel 2017 come blog. Attualmente VadoinAfrica è un ecosistema collaborativo per fare business in Africa che vuole promuovere scambi commerciali a beneficio delle imprese
VadoinAfrica è un blog, uno spazio di aggregazione e assistenza alle aziende per esplorare le opportunità e le sinergie possibili con un continente troppo a lungo vittima di luoghi comuni. VadoinAfrica vuole aiutare le aziende che vogliono esportare o investire nei Paesi africani e supporta la crescita di chi è già presente sul territorio. Con oltre 20.000 utenti sui vari canali, VadoinAfrica raduna imprenditori, dirigenti e professionisti che hanno il coraggio di esplorare nuovi scenari. Tra le oltre cento aziende assistite non possono mancare Manni GreenTech, Sodimax Srl, Riboni Srl e startup dedicate al continente africano come Endelea e Genius Watter. L’Africa è anche l’unica zona del Pianeta che vivrà un’intensa crescita demografica nel corso dei prossimi decenni, sempre più aziende cercano di capire come fare business in questo continente: le dinamiche commerciali e le barriere culturali richiedono esperti che sappiano come fare affari nel continente. Con Martino Ghielmi, fondatore di VadoinAfrica, cerchiamo di comprendere la situazione economica dell’Africa.
L’Africa che potenzialità economiche può garantire all’economia internazionale?
«È l’unico continente dove – qualsiasi cosa succeda al mondo – l’economia reale crescerà nei prossimi 50 anni. Per una semplice ragione demografica (raddoppierà da 1,3 a 2,6 miliardi di abitanti in 30 anni)».
Quali settori sono più trainanti?
«Agroalimentare (inclusi macchinari per la trasformazione), energie rinnovabili, costruzioni ma anche logistica, servizi professionali e fintech».
Le strutture strategiche da realizzare per agevolare l’arrivo di imprenditori stranieri?
«Il quadro normativo e burocratico è in alcuni casi ancora piuttosto complesso. Ma diversi Paesi africani hanno superato l’Italia (al 58° posto) nella classifica Ease of Doing Business (es. Mauritius 13°, Rwanda 38°, Marocco 53° e Kenya 56°). L’altro nodo sono le infrastrutture fisiche (tanti grandi cantieri aperti intra-regionali) e virtuali (idem, la connettività sta aumentando in ogni Paese)».
Francesco Fravolini