Cristina da Pizzano, una scrittrice francese di origine italiane, già nel 1405 nel suo libro “La città delle dame”, scrisse che la sottomissione delle donne si fonda su pregiudizi irrazionali, sosteneva infatti che erano molti i meriti attribuibili alla donna nella società dell’epoca.
Nonostante siano passati oltre sei secoli e la parità di genere è stata anche solennemente affermata dalla Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite, non è così nella pratica dei fatti.
Resta idea di molti purtroppo, anche se spesso non dichiarata esplicitamente, che la donna è diversa e di conseguenza va trattata in maniera differente e pagata meno.
Non fa differenza lo sport, dove i campioni maschili sono strapagati, mentre le sportive no.
Proprio alcuni giorni fa, i dirigenti della lega di pallacanestro americana WNBA, a seguito di settimane lunghe di contrattazioni con il sindacato delle giocatrici (la WNBPA), hanno stipulato un accordo per i prossimi otto anni che rivoluzionerà completamente la concezione dello sport professionistico femminile.
Il risultato porta, per la prima volta nella storia, i salari medi a sei cifre e prevedranno anche il periodo di maternità oltre al vitto e alloggio nelle trasferte anche per i figli al seguito.
Un accordo senza dubbio rivoluzionario che dovrà essere reso ufficiale in breve e che si spera possa essere un segnale di forte impatto per tutto il mondo sportivo professionistico femminile, già celebrato dai social come una vera e propria conquista.
Riccardo Pallotta