Lavare bene le mani, avere sempre a portata di mano salviette igienizzanti, o ancora meglio trovarsi in prossimità di appositi dispenser di gel igienizzante. In un momento come questo, di pandemia mondiale, bastano poche semplici regole per evitare l’aumento dei contagi, tra questi anche lavare bene le mani ed evitare di toccarsi occhi, naso e bocca. E se le mascherine hanno creato un vero e proprio business di colori e fantasie, le proposte non si fermano, anzi. In tanti sono stati capaci di proporre valide alternative per offrire soluzioni utili e allo stesso tempo uniche per prevenire e proteggersi, proprio come ha fatto un progettista meccanico romagnolo che ha avuto un’intuizione geniale: ha ideato il primo braccialetto con incorporano un gel igienizzante. Ebbene sì, perché l’ideatore proprio pensando a suo figlio e ai bambini in generale, si è chiesto cosa si potesse fare per potersi riuscire a lavare le mani anche in situazioni in cui risulta praticamente impossibile.
Giacomo Bene, dunque, oltre ad essere direttore tecnico meccanico e progettista a Forlì, è anche l’ideatore di questo bracciale. Quest’ultimo è caratterizzato da tre qualità fondamentali: praticità, funzionalità e utilità. Questo perché alla base grazie al meccanismo del bracciale, non si dovrà più cercare nella borsa il gel disinfettate o un dispenser indicato in giro, bensì basterà usufruire di questo specifico accessorio. Il progetto è molto semplice: data la sua composizione, proprio all’interno del bracciale sarà possibile inserire e ricaricare il gel e naturalmente spruzzarlo attraverso un meccanismo inserito appositamente, analogo a quelli dei campioncini dei profumi. E dal momento che è stato pensato per i bambini, il bracciale sarà componibile a piacimento attraverso materiali che consentono la sua durata nel tempo; per di più abbinando diversi colori ed alternandoli in maniera del tutto personale ognuno avrà un bracciale diverso dagli altri. Allo stesso modo inoltre, seppur l’idea sia nata rivolgendosi ai bambini, questo non esclude che possa essere ampliata a tutti. Tant’è che si pensa già alla produzione, dal momento che alcune aziende sono interessate, ma non viene esclusa nemmeno una campagna di crowfunding.