Toto Cutugno è stato uno degli artisti italiani di maggiore successo sia in patria che all’estero.
I suoi dischi hanno venduto più di 100 milioni di copie e tra il 1970 e il 1980 è stato spesso in cima alle classifiche sia come cantante che come autore e produttore di brani per altri celebri artisti, tra cui Adriano Celentano. Inoltre, ha partecipato a ben 15 Festival di Sanremo e in 10 edizioni di questi è finito tra i primi quattro classificati: portò a casa una vittoria nel 1980 con la canzone “Solo noi”, si piazzò per sei volte al secondo posto, una volta terzo e per due volte arrivò quarto.
È stato il secondo italiano a vincere “L’Eurovision Song Contest” nel 1990 con “Insieme: 1992”.
Il cantautore e compositore originario di Fosdinovo (Massa Carrara) combatteva dal 2007 contro un tumore alla prostata e a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni ha trascorso le ultime settimane della sua vita presso l’ospedale San Raffaele di Milano, dove si è spento il 22 agosto, all’età di 80 anni.
Anche Celentano lo ha ricordato con lungo post sul suo profilo instagram ufficiale, in cui rivive uno dei ricordi più significativi della loro amicizia e delle loro carriere:
«Ciao Toto! …ricordo che eravamo in macchina… una cinquecento credo, e tu insistevi perché io incidessi “L’italiano”. Una superbomba appena ultimata la notte prima che ci vedessimo.
“Non ho dormito tutta la notte” – mi dicesti – “pensando al successo che faremo, tu come interprete, e io come autore”, il brano era davvero FORTE!!! Ma ciò che più di tutto mi frenava era proprio la frase più importante: “IO SONO UN ITALIANO VERO”.
Una frase oltretutto insostituibile, in quanto è proprio su questa che si regge l’intera impalcatura di quella grande opera. E io sentirmi pronunciare: “SONO UN ITALIANO VERO” mi sembrava di volermi innalzare.
Lui non credeva alle sue orecchie: “ma non capisci che e’ proprio questo il punto, io l’ho scritta pensando a te, perché tu sei davvero un italiano vero.”
“Si lo so” – gli dissi io – “però non mi va di dirlo io…”.
Non sempre ma a volte la troppo scrupolosità si può trasformare in una cazzata mondiale. Però nonostante tu l’abbia cantata come l’avrei cantata io, oggi, se la dovessi ricantare la canterei esattamente come l’hai cantata tu! Eri e rimarrai, un grande indimenticabile!
Ti voglio bene.
Adriano.»
Yami