Per un attore entrare in un ruolo può rivelarsi un’impresa ardua, specie quando il personaggio in questione ha una storia particolarmente intensa, che coinvolge l’interprete a livello mentale, emotivo e talvolta anche fisico.
È successo a molti professionisti, come Malcom McDowell di “Arancia Meccanica”, che è dovuto ricorrere ai farmaci a causa del peggioramento delle sue crisi epilettiche notturne e che non riusciva quasi più a distinguere la finzione dalla realtà, oppure Jared Leto, che per tutta la durata delle riprese di “Suicide Squad” sembrava incapace di distaccarsi dal suo personaggio, e molti altri come loro.
L’ultimo ad aver subito degli effetti collaterali dall’ultimo ruolo interpretato è stato il giovane Tom Holland, che poco tempo fa ha annunciato di aver bisogno di prendersi una lunga pausa dopo aver indossato i panni di Danny Sullivan per la serie tv “The Crowded Room”.
La serie è ispirata alla vera storia di William Stanley Milligan, che verso la fine degli anni ‘70 rapì, violentò e derubò tre studentesse ma venne assolto perché ritenuto non responsabile degli atti compiuti per via della patologia mentale che gli venne diagnosticata.
In un’intervista per Entertainment Weekly, Holland ha raccontato che nonostante siano passati nove mesi dalla fine delle riprese, talvolta ha difficoltà a distinguere il personaggio da sé stesso: «Vedevo me stesso in lui, ma nella vita reale.»
In un’intervista successiva con Extra ha poi annunciato di aver bisogno di una pausa.
«Abbiamo esplorato determinate emozioni che non avevo mai provato prima» ha spiegato, aggiungendo che essere anche produttore della serie ha aumentato il livello di pressioni avvertite sul set.
Da qui la necessità di prendersi una pausa che potrebbe avere future ripercussioni sugli altri progetti, come quelli che riguardano i sequel di Spider-Man, anche se la produzione è rimasta ferma a causa dello sciopero degli sceneggiatori.
Intanto “The Crowded Room” è approdato su AppleTV+ già dal 9 giugno.
Yami