Eccoci di nuovo a parlare di spreco, quello che ci inducono a fare i produttori agroalimentari usando confezioni troppo grandi rispetto ai bisogni reali del consumatore.
Prendiamo ad esempio quegli imballaggi dalle dimensioni che traggono in inganno. Solo per citarne alcuni: fustini di detersivo in polvere, caffè solubile, cacao, cereali, crocchette per gatti…come se fossero soggetti a rigonfiamento possibile!
Qui lo spreco è multiplo. Tutta la catena della distribuzione è coinvolta: materiale di confezionamento, cartone esterno, spazi di stoccaggio nei depositi, spazio all’interno dei camion che consegnano ai negozi, perciò altro spreco di gomme, carburante, eccetera…
Tutto ciò (tutto questo costo in più) per indirizzare il nostro acquisto! Che fare nel nostro piccolo? Quando è possibile, evitare di comprare i marchi che usano quel tranello. Andare a cercare il peso netto o il peso al chilo perché non è detto che più grandi sono le confezioni, più si risparmia.
Riguardo alla problematica dei rifiuti generati dal nostro consolidato sistema di consumo e di distribuzione, c’è comunque da notare che, negli ultimi tempi, a cominciare dall’uso delle buste della spesa riutilizzabili, alla eliminazione attuale delle buste di plastica non biodegradabili, all’invito di riutilizzo dei contenitori, sono cresciute consapevolezza, da parte del consumatore, e attenzione da parte del produttore, all’insegna di una maggiore presa di responsabilità di entrambi.
Ricordiamoci, ogni tanto, che anche facendo banalmente la spesa, ogni singola mossa nostra, ha il suo peso. Sul nostro portafoglio e anche sull’ambiente.
La prossima volta, resteremo sull’argomento ma ci sposteremo in cucina, a spesa fatta, dove vi farò conoscere una piccola astuzia risparmia-tempo.
A presto!
Maria Cristina