L’Osservatorio di Ottobre di Findomestic evidenzia che il prodotto sostenibile piace agli italiani però, non deve costare oltre il 10% in più rispetto a quello tradizionale.
L’acquisto di prodotti e servizi sostenibili costa di più, nel breve periodo, però produce effetti positivi nel lungo. La questione è nota da tempo, tuttavia: qual è il sentimento, la percezione degli italiani nei confronti di questa opportunità?
Secondo i dati contenuti nell’ultimo Osservatorio mensile Findomestic, realizzato in collaborazione con la Società Doxa: un italiano su 4 non può permettersi spese aggiuntive per prodotti ecosostenibili; l’interesse verso questi c’è, purché, e questa è la reazione del campione intervistato, non costino oltre il 10% in più. Solo l’1% degli intervistati è disposto a spendere un sovrapprezzo del 20% per prodotti cosiddetti “verdi”.
“Sebbene il tema della sostenibilità sia sempre più al centro dell’attenzione dei consumatori – commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic – il prezzo rimane il principale driver di spesa per il 64% degli intervistati e ben un cittadino su quattro dichiara di non potersi permettere spese aggiuntive per prodotti ‘verdi’ ed etici”.
Sul concetto di sostenibilità perdura un certo scetticismo
Malgrado il 51% degli intervistati abbia dichiarato di associare il concetto di sostenibilità ad un impegno concreto delle aziende a ridurre il loro impatto sull’ambiente; il 25% ritiene essere la sostenibilità uno stile di vita sempre più diffuso. Ma è il 24% degli intervistati (pur sempre ¼ del totale) a rimanere scettico. Di questo: il 9% considera la sostenibilità come un ideale degli ambientalisti; un altro 9% la considera una strategia di marketing delle aziende, per il 4% si configura come un costo per le imprese e per un altro 3% è una moda passeggera.
Sostenibilità: funziona la leva della pancia e della salute
In tema di sostenibilità, riferita ad indirizzi di spesa, il campione analizzato dall’Osservatorio Findomestic-Doxa ha espresso la sua preferenza per i prodotti alimentari (29%), cui seguono le spese di intervento per la riqualificazione dell’abitazione (13%) ed infine elettrodomestici ed automobili (9%).
La qualità e la sicurezza del cibo risulta, quindi, la spinta a superare eventuali rincari sul prezzo.
Sostenibilità e impresa: pesa l’inquinamento
La riduzione degli impatti sull’ambiente e delle emissioni inquinanti in genere è, per gli intervistati, la principale caratteristica di un’azienda che si definisce sostenibile, ma anche l’adozione di un Codice Etico (28%) rappresenta un buon indicatore di sostenibilità; così come dare priorità ad attività di Ricerca & Sviluppo (26%); tutelare le condizioni lavorative dei propri dipendenti (25%), mantenere la produzione sul suolo nazionale (23%).
Curiosamente, risultano più basse le percentuali rilevate in tema di: miglioramento della qualità dei prodotti/servizi a beneficio dei consumatori (16%), sviluppo del territorio in cui opera l’azienda (15%), generazione di occupazione (13%), informazioni chiare e trasparenti sui prodotti (12%) e sull’operato finanziario (10%).
Le molle della sostenibilità e i piccoli gesti quotidiani
Perché adottare comportamenti sostenibili?
Il 43% degli italiani intervistati, non ha dubbi: per contribuire alla tutela dell’ambiente, mentre un più esiguo 37% pensa a lungo termine e adotta comportamenti green considerando il benessere delle generazioni future.
La questione relativa alla gestione dei rifiuti risulta essere la principale linea di indirizzo nei comportamenti quotidiani: il 58% ha dichiarato di prestare attenzione alle attività di raccolta differenziata ed un cospicuo 42% ha esplicitato la volontà di agire sulla riduzione dei consumi.
Ma la comodità personale pesa: solo il 23% ha dichiarato di limitare riscaldamento e condizionamento ove possibile e solo il 22% ricorre alla riparazione di oggetti ed apparecchiature domestiche piuttosto che alla loro sostituzione.
Sul fronte della mobilità, infine, com’è noto, gli italiani non sanno rinunciare alla loro quattroruote. Malgrado il traffico urbano sia sempre più congestionato ed inquinante solo il 17% degli intervistati preferisce la mobilità sostenibile scegliendo di muoversi a piedi o in bicicletta o con i mezzi pubblici (10%), oppure utilizzando servizi di mobilità condivisa (car, moto e bike sharing – 4 %).
La sostenibilità ha un costo, dicevamo, che non tutti vogliono o sono in grado di sostenere, tuttavia, i costi del suo non perseguimento sono di gran lunga maggiori e quelli, volenti o nolenti, si rischia di pagarli tutti, prima o poi.
Immagini dal sito dell’Osservatorio Findomestic
Alberto Piastrellini