Estate romana, Laura Tenuta a confronto con Barbara Ferrareis tra stelle cadenti e caldo torrido.
Barbara: pittrice autodidatta, avrebbe voluto frequentare il liceo artistico, il luogo comune del tempo era che questo tipo di scuola fosse di seconda categoria, così finisce per frequentare un istituto professionale.
Quando si riscatta? Durante la vita:
Vive a Parigi, città energetica, con una storia che la stimola.
Negli anni ‘90 riproduce elfi e fumetti, la capitale francese le riserva coraggio e ispirazione.
Tornata in Italia, senza soluzione di continuità e folgorata da tela e pennello, pittura modus vivendi, oggi operandi: su commessione esegue opere disparate.
Botticelli è suo modello: volti, paesaggi, cattura dettagli come dalla Primavera, edera copiata a iosa, allenamento sull’obiettivo.
Tratto, manipolazione della matita, chiaro-scuro adatto ai punti luce, le ombre.
A nove anni è bambina prodigio, riceve la chiamata di Matteo di Caravaggio.
Poi nel 2002 un lutto le fa abbandonare la pittura, butta tutto nella spazzatura, il papà ne recupera la camera di Van Gogh.
Cesura e fermo per sei anni, ricomincia più carica di prima, compra il materiale, cinque per lei i colori primari.
Attualmente, non ignara alla pop art , non dipinge assiduamente, non più drogata della pittura, arriva fin dove può e vuole.
Stile personale lontano da quello della sua clientela.
L’astratto è la sua emozione, la sua verve, la sua natura.
Predilige il surreale Renè Magritte e Salvador Dalì, che le fanno da sfondo ma non disnegna Giorgio De Chirico.
Perchè il surrealismo? La affascina, giochi di colori, a livello ottico ciò per cui devi saper guardare, nulla è scontato.
Nello specifico i grandi la catturano, ognuno con le proprie potenzialità, le muse inquietanti delle avanguardie storiche, mettere su tela oggetti al di là del fisico-realistico.
Il destino la lega a De Chirico, anche per il comune soggiorno a Parigi, sul quale così recita: “Ogni oggetto presenta due aspetti: l’aspetto comune, che è quello che generalmente si scorge e che tutti scorgono, e l’aspetto spirituale e metafisico, che solo pochi individui riescono a vedere, in momenti di chiaroveggenza e di meditazione”.
Dietro all’operare di Barbara, vi è proprio questo: studio in evoluzione su ciò che è introspezione, riflessione, contemplazione, divora la letteratura sull’argomento e ne fa tesoro.
Tra gli autori studiati, non poteva mancare Gaspar David Fridrich, tedesco esponente dell’arte romantica.
Perchè lui? Lo scopre, mentore che ha abbracciato la sua giovane età, esprienza all’estero, anagraficamente, capitolo di vita in cui si scopre il mondo.
Botticelli, Caravaggio, Magritte, De Chirico, Dalì e Friedrich, dal pensiero epidemico dal quale la Ferrareis non resta immune.
Dal temperamento di quella bambina di nove anni, oggi ha germogliato una donna matura che cerca qualcosa di unico e peculiare, un building soul di una delle innumerevoli sfere, della sua personalità.
By Laura Tenuta