Un altro faraone che fa sorgere molti dubbi agli egittologi, vittima anch’egli di una damnatio memoriae, faraone della XVIII dinastia.
La scarsità di notizie che si hanno su di lui è dovuta alla distruzione sistematica di tutti i monumenti del periodo di Amarna, nel tentativo di restaurare lo status quo che aveva preceduto il cosiddetto periodo eretico di Akhenaton.
Pare fosse figlio di Amenofi III e di una moglie secondaria e quindi fratellastro di Akhenaton di cui pare sia stato coreggente nell’ultima parte di regno di quest’ultimo.
Salì al trono per matrimonio, sposando Merytaton la figlia primogenita di Akhenaton e Nefertiti e si ritiene sia vissuto una ventina di anni.
L’unica sua data certa di regno anno 1, si trova su una giara di vino proveniente dalla casa di Smenkhara e questo porta gli studiosi a chiedersi se egli abbia regnato solo per un anno o per più tempo.
Per molti Smenkhara è visto unicamente come coreggente del faraone eretico a partire dal tredicesimo anno di regno di quest’ultimo e per tanto sarebbe stato sprovvisto di un regno proprio, mentre altri sostengono che sia stato il successore di Neferneferuaton e pertanto abbia regnato anche lui, anche se solo per due o tre anni.
Il dibattito resta comunque ancora aperto.
La sua mummia non fu mai stata trovata, si pensava fosse quella piuttosto malridotta rinvenuta nella tomba KV55 della valle dei Re ma poi attenti esami genetici ed una Tac la fecero risalire al faraone eretico e quindi il suo corpo resta tuttora introvato.
Benedetta Giovannetti