Una vetrina per mostrare le proprie capacità professionali al mondo del lavoro. Le imprese scelgono con maggiore facilità i professionisti a seconda delle proprie esigenze occupazionali
Il nuovo portale (http://www.skillsjobs.it/) agevola la ricerca di lavoro perché consente di conoscere imprese e giovani professionisti; è possibile iscriversi gratuitamente, mettendo in evidenza le proprie capacità professionali. Si tratta più semplicemente di un biglietto da visita per le aziende che scelgono i professionisti leggendo il curriculum vitae dei candidati iscritti al portale. Presentare il profilo professionale personale significa mettere in evidenza le proprie skill e soft skill al fine di agevolare l’incontro tra il candidato e l’impresa. Trovare un lavoro è sempre stato un problema italiano perché la politica non ha agevolato quello scambio tra mondo imprenditoriale e formazione (specialmente quella universitaria) per facilitare la domanda e l’offerta delle professioni.
Correggere il modello della formazione
Sarebbe sufficiente rivedere il modello della formazione rispetto alle esigenze del XXI secolo, senza tralasciare le possibilità nei diversi settori del digitale dove saranno necessarie figure professionali altamente specializzate anche se a tutt’oggi non si vedono grandi trasformazioni in questo senso. Si sente la mancanza di un imprenditore illuminato come Adriano Olivetti il quale si ispirava a un modello filosofico aristotelico: l’agire economico è inserito nella catena teologica che lo finalizza al bene comune. Se pensiamo alla crisi economica internazionale del 2008 che coinvolse milioni di persone, possiamo comprendere il problema sociale del XXI secolo nel quale i lavoratori non rientrano nel progetto imprenditoriale che annovera diversi settori del tessuto sociale. Nel sistema imprenditoriale del nuovo millennio si registra un costante raggiungimento del profitto senza pensare alla qualificazione professionale dei lavoratori.
Le responsabilità della disoccupazione italiana
«Per quanto riguarda la situazione attuale della disoccupazione in Italia – commenta Paolo Cerra, ideatore del portale – dobbiamo distinguere tre componenti: fisiologica su cui è quasi impossibile intervenire; congiunturale che dipende dalla situazione economica del periodo; “sistemica” o di paese. Sulla prima non possiamo nemmeno parlare, anche paesi in pieno boom economico oppure con un mercato del lavoro estremamente efficiente non riescono ad avere la disoccupazione a zero. La seconda dipende, come detto, dalla fase congiunturale dell’economia con una tendenza a salire nei periodi di recessione e a diminuire nei periodi di crescita. La terza è quella su cui maggiormente si può intervenire sia a livello politico sia a livello di operatori del mercato, perché è diretta conseguenza della legislazione che opera in materia di impiego e del funzionamento generale del mercato del lavoro in Italia. Per intenderci qualche punto della disoccupazione attuale potrebbe essere ridotto se ci fossero politiche attive di ricollocamento del personale maggiormente efficienti; incentivi ai trasferimenti tra regioni e provincie, se la parte processuale dei contenziosi giuslavoristi fosse più rapida ed efficiente. Intervenire su questa porzione di disoccupazione permette indirettamente anche di intervenire su quella congiunturale, in quanto un mercato più efficiente consente di assorbire meglio i periodi di recessione. Nel nostro piccolo cerchiamo di intervenire proprio su questo aspetto della disoccupazione, cercando di migliorare l’incontro di domanda e offerta di lavoro, sia eliminando le discriminazioni che non permettono spesso la scelta del miglior candidato, sia snellendo i tempi e i costi per la ricerca in modo da rendere il processo di selezione maggiormente efficiente. Inoltre come hub di servizi cerchiamo di spingere verso le politiche attive di ricollocamento, tramite partner che seguono la formazione e l’outplacement».
Francesco Fravolini