In un precedente articolo sul rapporto tra Colombaccio e Lodolaio ho accennato a una particolare strategia attuata in Natura da alcuni organismi viventi, nota come Simbiosi.
Il significato che si dà a questo termine è ancora dibattuto: in molti testi di Biologia si fa riferimento esclusivamente ad un rapporto di reciproco beneficio tra i due organismi simbionti, entrambi in grado di avere un vantaggio dal legame instaurato. Attualmente molto biologi fanno però riferimento alla definizione di Anton de Bary che nel 1879 allarga il significato a tutti i rapporti a lungo termine tra individui di specie diverse, non solo quelli vantaggiosi.
Per questo attualmente il termine “Simbiosi” comprende tre grandi tipologie di interazioni biologiche:
– il Commensalismo, in cui uno dei due organismi simbionti ha un vantaggio mentre il secondo non ha vantaggi nè svantaggi (es. la Remora, specie di pesce che si attacca con la sua ventosa agli squali per farsi trasportare senza danneggiare chi lo trasporta);
– il Parassitismo, in cui uno dei simbionti ha un vantaggio a danno del secondo (es. la Tenia, parassita dell’intestino oppure le Zecche);
– il Mutualismo, in cui entrambi i simbionti hanno un vantaggio dal rapporto (es. i Licheni, che sono un’associazione di un’alga con un fungo); questo era il significato più restrittivo usato in passato per “simbiosi” .
Anche l’essere umano è in simbiosi con numerosi organismi che possono essere di tutti e tre i tipi, e si trovano perlopiù nel sistema digerente a comporre la nostra flora batterica.
Daniele Capello
Bibliografia: Strutture della vita. Teorie, batteri, protoctisti, funghi (1999); a cura di Silvano Scannerini ; Jaca Book