Gli Italiani sono sempre più attenti alla propria salute, sia sul fronte di stile di vita praticando sport, praticato dal 62%, ma anche dell’alimentazione con il 92% che cerca di seguire un regime alimentare equilibrato.
Dalle statistiche di una ricerca di Banco Fresco, catena food presente in Lombardia e Piemonte, emergono dati di tendenza positivi.
Cresce infatti la consapevolezza e il desiderio di informazione legato a ciò che si mette in carrello. Nelle abitudini di spesa, il 62% bada all’etichetta e i relativi ingredienti. Tanta anche l’attenzione al Made in Italy e all’indicazione geografica dei cibi, che per l’81% costituisce un elemento determinante.
Guardare l’etichetta prima dell’acquisto è diventata un’abitudine consolidata per il 90% dei consumatori, in primis per scoprirne data di scadenza (75%), provenienza geografica (61%) e assenza di ingredienti “dannosi” per la salute (47%).
Un cambio positivo nelle abitudini alimentari, la “sostanza” supera pubblicità e imballaggio che attraversa tutte le fasce d’età.
Vi sono alcune app sempre più in voga, che a tal fine aiutano nel riempire il carrello della spesa, fornendo sintetiche indicazioni sui componenti, orientando le nostre scelte di acquisto, per quanto convenga sempre leggere tutto in chiave critica.
Tra le etichette più ‘convincenti’ ci sono quelle con le diciture “senza antibiotici” (59%), “senza conservanti” (53%), seguite da “senza zuccheri” e “senza polifosfati” entrambe al 29%. La salute, dunque, viene prima della dieta; basti pensare che il 52% dei consumatori individua negli additivi le sostanze ritenute più dannose, più del sale (12%), dello zucchero (12%) e dei grassi in generale (dall’11%).
Si dimostra anche una maggiore sensibilità contro gli sprechi, infatti il 60% prima di buttare prodotti giunti alla data di scadenza, verifica che le proprietà non siano variate e talvolta, preferisce comunque consumarli.
Persistono delle incertezze sul significato corretto della dicitura “Consumare entro…”, che solo un terzo ha dimostrato avere ben chiaro.
Un carrello più sano, più consapevole e forse, più verde.
E gli imballaggi di plastica?