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«Rispetto per tutti, paura di nessuno» Sì ai corsi di difesa personale femminile

Negli ultimi anni sono sempre maggiori le iniziative che si schierano in prima linea contro la discriminazione di genere e la violenza sulle donne. Sensibilizzare è un primo punto di partenza per cercare di estirpare il male della violenza alla radice, ma non basta! Spetta anche a noi scendere in campo.

A noi donne, ragazze, mamme, studentesse, casalinghe, lavoratrici; spetta a noi trovare il coraggio per uscire dalla spirale di violenza che spesso ci circonda (sotto qualsiasi forma essa si manifesti).

Quante volte è capitato di sentirci in pericolo, psicologicamente o fisicamente minacciate, offese da parole pesanti? La reazione più immediata è stata allora abbassare la testa o peggio ancora sentirsi delle nullità e pensare: «A che serve ribellarsi tanto lui è più forte di me!»

Questo non è vero! È arrivato il momento di smantellare queste convinzioni e comprendere che la prima forma di difesa personale è la consapevolezza. La consapevolezza di chi siamo, dei nostri limiti e di che cosa possiamo fare affinché nessuno provi più a metterci con le spalle al muro.

Frequentare un corso di difesa femminile è estremamente importante a qualsiasi età e in qualsiasi condizione fisica: è una palestra per la vita, un valido sostegno psicologico (visto il clima di solidarietà e propensione al dialogo che spesso si genera, in maniera naturale, all’interno di questi corsi), l’appagante scoperta di un nuovo mondo dove le espressioni «Non posso farcela! Non ci riesco!» non esistono.

È questa la missione che da molti anni portano avanti il maestro Daniele Boldini e la maestra Roberta Zanobi (ASD Yu Dojo Bushido Ryu), insegnando alle loro allieve, con passione e determinazione, come cercare di uscire illese da qualsiasi situazione, come leggere il pericolo e neutralizzarlo nel più breve tempo possibile. Neutralizzare non significa per forza tirare una sequenza di colpi codificati e belli dal punto di vista tecnico, anche la fuga può essere una grande forma di difesa, così come uno sguardo deciso o un «No» pronunciato con decisione e fermezza (quel No che per strada potrebbe salvarci la vita).

Sarà estremamente gratificante scoprire come la forza di un avversario grande il doppio di noi può trasformarsi nella nostra forza o come un calcio, una leva, o un pugno dato nel punto giusto al momento giusto, possono consentirci di metterci in salvo.

Uniamoci in questo progetto comune, combattendo unitamente su più fronti, e cercando di trasmettere e pretendere il rispetto che ci spetta di diritto.

 

Ambra Belloni

 

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