Capire che tipo di confine c’è tra noi e il partner ci aiuta a imparare qualcosa di più su noi stessi, ci permette di modificare le situazioni sgradevoli, e comprendere su quali fondamenta abbiamo eretto la nostra personalità.
Una donna che soffre per amore, che ha accumulato una sfilza di relazioni andate male, molto spesso ha problemi a definire i propri confini.
Nel mondo delle relazioni sociali e affettive il confine è ciò che permette a due partner o a due amici di vivere insieme in modo sano e nel rispetto reciproco.
Secondo gli esperti, i confini psicologici si dividono in due tipologie:
- confini esterni: sono i confini sociali veri e propri, quelli che si stabiliscono tra le persone e contribuiscono a determinare la natura del legame. È ovvio che con il proprio partner i confini siano diversi rispetto a quelli che si stabiliscono con i colleghi di lavoro: ad esempio se un o una collega ci toccasse certe parti del corpo ci sentiremmo abusati, mentre al partner lo permettiamo con piacere. Ma i confini non sono solo quelli fisici, che regolano l’accesso al nostro corpo e determinano cosa vogliamo o non vogliamo lasciar fare all’altro. Sono anche, e soprattutto, confini mentali. Questi determinano cosa siamo disposti ad accettare e a tollerare da parte degli altri e cosa, invece, percepiamo come invadenza o abuso.
- confini interni: i confini interni rappresentano la nostra capacità di distinguere le nostre emozioni dando loro un nome e determinando se siano reali o meno. Alcune persone che non hanno dei confini interni molto solidi fanno fatica, ad esempio, a capire quale tipo di emozione stiano provando in un certo momento oppure hanno difficoltà a capire il nesso tra le loro sensazioni e la realtà. Un esempio potrebbe essere l’incapacità di capire, ad esempio, se il sentirsi grasso o inadeguato significhi che davvero si è grassi e inadeguati oppure se questo sia frutto solo della propria immaginazione. I confini interni e il modo in cui sono fatti concorrono a definire l’identità personale di ciascuno di noi.
I confini psicologici esistono e tutti “mettiamo dei paletti” all’interno dei rapporti, ma qualcuno ne mette troppi e qualcuno troppo pochi, e questo è il punto.
Le persone che sono propense alla dipendenza affettiva provano il desiderio di annullare del tutto i confini tra sé e gli altri e quindi mettono pochi paletti, tracciano pochi confini e anzi li sabotano, cercando di arrivare a una ideale fusione con il partner. Questo porta chi agisce in questo modo a sopportare sempre di più lo sconfinamento altrui, raggiungendo soglie di tolleranza altissime che però, sotto sotto, lo fanno soffrire e lo annullano nel rapporto. Chi adotta la tattica opposta, quindi ha un comportamento che potremmo definire evitante, mette dei confini talmente rigidi che praticamente nessun vero contatto tra lui e gli altri può avere luogo.
Gli estremi, provocano sempre delle difficoltà nei nostri rapporti.
I confini personali possono essere di vario tipo e riflettono un ampio spettro delle nostre esperienze di vita, che abbiamo interiorizzato. Le nostre esperienze interiori ci danno indicazioni molto chiare sul tipo di confini esterni che sono adatti a noi e ci aiutano a scegliere quali comportamenti mettere in atto per ogni situazione.
- Preferenza. La preferenza consiste semplicemente nel sentirsi liberi di scegliere un’opzione o un’altra e di comunicarlo al proprio partner. Le relazioni di lunga durata si basano proprio su questa libertà, che non è affatto scontata. Questo afferma la propria individualità nel rapporto.
- Pretesa. Esprimere una pretesa è come chiedere qualcosa che si pensa sia un nostro diritto o che si ritiene ci sia dovuto. Bisogna fare attenzione con le richieste di questo tipo. Una richiesta chiara e risoluta che non sia vissuta dal partner come un obbligo o un’imposizione, può essere più efficace, anziché avanzare una pretesa.
- Giudizio. Uno dei problemi di comunicazione nelle relazioni è la creazione di giudizi e preconcetti sull’altro. È naturale farsi un’opinione in base ai comportamenti dell’altro, ma senza pregiudizi.
Se non si è in grado di comunicare in modo corretto le proprie preferenze, i propri bisogni e desideri, non si hanno elementi per valutare le reazioni del partner alle nostre richieste e, di conseguenza, farsi un’opinione ben definita delle sue risposte.
- Condizioni non negoziabili. Chiarire a se stessi quali sono, i punti su cui non si è disposti a cedere o a trattare è importante per avere un’ancora di salvezza nelle situazioni più confuse. E questo è un suggerimento per tutti i tipi di rapporti. Ad esempio, non possiamo accettare che il nostro partner si droghi o faccia uso di alcolici, ciò che per noi è importante merita di essere preservato.
Cominciare a definire i propri confini ponendosi delle domande è importante, dicono gli esperti, aiuta a sapere cosa va bene o meno per noi.
Se non si sa da dove partire, si può iniziare da semplici domande:
Cosa voglio in una relazione?
Come voglio sentirmi?
Come voglio vivere la mia vita di coppia?
Il modo in cui tracciamo i nostri confini interni ed esterni si impara da piccoli, sull’esempio o in reazione al comportamento dei genitori. Ma se una volta cresciuti non abbiamo imparato ad impostare i nostri confini,
esiste la possibilità comunque per renderli più armoniosi e soddisfacenti al fine di migliorare i nostri rapporti con le altre persone, si può ricorrere ad un aiuto esterno.
La psicoterapia è il metodo migliore: ci aiuta a capire il perché di certi comportamenti e ci aiuta a riflettere sulle strategie utili per cambiarli.
L’assertività: esistono dei corsi di tecniche di comunicazione assertiva. Questi corsi insegnano alle persone il modo giusto di comunicare e di mettere confini, senza risultare passivi né aggressivi.
Marisa Paola Fontana