Addio Cicciobello e Sbrodolina, le bambine, oggi, voglio le Reborn!
Le bambole Reborn, in italiano “bambole rinate”, non sono però, giocattoli per bambini, ma preziosi oggetti da collezione il cui valore oscilla dai centocinquanta ai ventimila euro (severamente vietate ai minori di quattordici anni). Nate negli Stati Uniti alla fine degli anni Novanta, sono state successivamente diffuse nei paesi di lingua tedesca, fino a giungere, negli ultimi anni, anche in Italia.
Si tratta di bambole iper-realistiche somiglianti in tutto e per tutto ai veri neonati, amatissime dalle bambine che, nonostante il parere negativo degli psicologi, continuano a riceverle come regalo dai loro genitori. Le Reborn vengono, infatti, utilizzate nel cinema, nello spettacolo, nei corsi di preparazione al parto o a scopi terapeutici (Doll Therapy), quindi per curare l’Alzheimer, l’autismo, i deficit cognitivi e l’impossibilità alla maternità.
Tenere in braccio una Reborn baby, spiega l’artista romana Loredana Molina «provoca emozioni forti e aiuta il rilascio di endorfina al fine di migliorare l’umore» ma, avvertono gli psicologi, bisogna stare molto attenti a mantenere sempre il contatto con la realtà, evitando di affezionarsi a quello che, a dispetto dell’apparenza, resta comunque un oggetto. Solo in questo modo si eviteranno «degenerazioni e alienazioni» che potrebbero risultare pericolose.
Vestite con abiti da vero bebè e abbellite con accessori realistici, le Reborn sono realizzate in vinile e presentano numerosi livelli di colore per replicare gli arrossamenti tipici dei bambini (dalle macchiette di latte ai fragili capillari in evidenza).
La complessa tecnica “reborning”, prevede, infatti, capelli veri inseriti in piccole ciocche, vocina, battito cardiaco, piccole vene e un magnete posizionato all’interno della bocca per trattenere ciucci e biberon.
Risulta, dunque, molto complesso non affezionarsi ad un oggetto così bello e realistico e certamente non aiuta il fatto che, nel momento stesso in cui si compra una bambola Reborn, non si parla di acquisto, ma di adozione (con tanto di certificato).
Ambra Belloni