Il governo spagnolo è noto per le sue aperture in tema sociale e di progresso scientifico e di uguaglianze sociale.
E’ recente la presa di posizione del governo iberico in materia di procreazione medicalmente assistita (Pma). Di matrice socialista, con alla guida il pluri-acclamato Pedro Sánchez, el govierno ha reintrodotto la gratuità della PMA per le donne single e omosessuali e l’ha anche estesa alle persone transgender.
Questa manovra non è per altro nuova agli occhi degli spagnoli. L’accesso gratuito alla Pma era infatti stato introdotto dal governo socialista di José Rodriguez Zapatero (2004-2011), ma nel 2014 fu limitato dal governo di destra. Nel 2018, il governo di Sánchez aveva annunciato l’intenzione di ripristinare la gratuità della prestazione e così è finalmente adesso.
Secondo le stime del governo, sono circa 8.500 le donne che potrebbero ricorrere a questa pratica. Durante la cerimonia di firma dell’ordinanza ministeriale presso la sede del Ministero della Salute, venerdì scorso, alla presenza di rappresentanti di gruppi femministi e Lgtbi, la ministra Carolina Darias ha spiegato che «questi sono diritti che non dovrebbero mai essere soppressi».
Deve far riflettere questo impegno in tema di uguaglianza sociale nel nostro paese, dove invece siamo ancora alle prese con lotte intestine per un misero DdL Zan che invece è stato abortito. In Spagna si nasce, in Italia si muore. Non resta che sperare in un cambio di rotta.
Marino Ceci