Maurizio Sarri è sotto processo dalla prima giornata di campionato. Tante le accuse rivolte al tecnico toscano, alcune ingiuste. Il parallelo con l’ex amatissimo allenatore bianconero, Max Allegri, è stata una costante di questa tribolata stagione. Ogni qual volta la Juve ha faticato in campo è partito il ritornello nostalgico del “quando c’era Allegri”. E l’ombra di Max e il suo ipotetico e clamoroso ritorno a Torino condizionano la sorte di Sarri.
Ma ora Allegri non c’è e la squadra la disegna Sarri. La colpa più grave dell’allenatore ex Napoli è quella di non aver convertito la Juve al “Sarrismo”. I bianconeri non giocano più come un tempo e forse non riescono a capire le idee del loro tecnico. Non è una questione di scarso feeling tra gruppo e allenatore, ma di giocatori diversi da quelli che Sarri voleva. Soprattutto a centrocampo. Jorginho, Paredes, Locatelli e Zaniolo, ovvero gli obiettivi di mercato della lista di Paratici, indicano che Sarri non ama particolarmente il suo attuale centrocampo.
Il gioco arriverà nella prossima stagione, sostengono i “sarristi”. Ma per ora c’è da chiudere questa con scudetto e Champions League (la Coppa Italia è finita nelle mani del Napoli). Il titolo in Italia non dovrebbe essere un problema e infatti Sarri ostenta fiducia: “La Juve non ha continuità ma succede a tutte le squadre”. Inter e Atalanta non sembrano in grado di agganciare i bianconeri e la Lazio ha subito un clamoroso crollo. In Europa però la musica cambia. Servirà un Cristiano Ronaldo al top e una difesa blindata per evitare che il portiere Szczesny sia il migliore in campo (come con il Sassuolo).
A.C.
(foto del Web)