Sette vittorie in nove partite. I numeri sono stati così pesanti da sventare la rivoluzione di Gazidis e portare alla conferma di Stefano Pioli sulla panchina del Milan. “Ci speravo e lo volevo fortemente perché sto bene con la squadra, con l’ambiente e con i tifosi“, ha detto il tecnico dopo il rinnovo del contratto sino al 2022. Ma sono stati mesi difficili per Pioli perché l’ad rossonero Gazidis cercava di costruire un nuovo progetto milanista fondato su Ralf Rangnick. Alla fine l’allenatore tedesco, che avrebbe dovuto svolgere anche il ruolo di direttore sportivo (attualmente occupato da Paolo Maldini), è rimasto agli ordini del gruppo Red
Bull. “Non è il momento giusto per una collaborazione“, ha commentato Marc Kosicke, il consulente dell’allenatore della Red Bull.
E Gazidis? Ha fatto buon viso a cattivo gioco. “Stefano Pioli è sempre stato candidato per il futuro, per mettere in atto la nostra visione di un Milan competitivo e moderno. Naturalmente, come ad del club, ho il dovere di valutare tutte le possibili opzioni per il bene del Milan“, ha detto il dirigente rossonero. E “le possibili opzioni” avevano il volto di Rangnick. Ma la conferma di Pioli costringe l’amministratore delegato a cambiare linea anche nei confronti di Maldini e di Ibrahimovic contrari all’arrivo del tecnico tedesco. Il ds era in rotta di collisione con Gazidis dopo l’addio di Boban e anche “Ibra” aveva lasciato intendere di voler lasciare la società (“Questo non è più il mio Milan”). Ora cambia tutto e Pioli si gode la sua meritata rivincita.
A.C.
(foto Twitter AC Milan)