Una vittoria per il secondo anno consecutivo. Anche per la futura estate 2020, l’Islanda non caccerà le balene. Una buona notizia dunque dettata non solo dalle difficoltà dell’esportazione ma anche a causa del coronavirus. Mediante queste due motivazioni è stata bloccata anche per questa annata la caccia. A darne notizia è l’associazione Sea Sheperd Iceland attraverso un post sul social network Facebook, spiegando quanto è accaduto.
Oltre alla forte concorrenza e alle difficoltà dell’esportazione, c’è dunque anche la componente dettata dall’inevitabile vicinanza dei lavoratori durante la caccia e anche durante la lavorazione, i quali dunque se portassero avanti l’attività non rispetterebbero il distanziamento sociale imposto per evitare il possibile contagio da covid-19. Nel 2019 le motivazioni erano diverse ma comunque fondamentali e presumibilmente ancora valide: prima di tutto il 70% degli islandesi ha scelto di non consumare la carne in questione non solo perchè contrari alla caccia ma anche perchè una buona parte di esse ha sposato una dieta vegetariana; e secondo punto le nuove leggi a regolamentare la pesca si sono fatte più restrittive. Dunque, l’ultimo anno di caccia risale ormai al 2018 quando le acque islandesi si erano tinte di rosso a causa dell’uccisione di 146 balene e 6 balenottere minori.
La strada purtroppo però è ancora lunga. Tant’è che nonostante ci sia una specifica moratoria internazionale per proteggere le balene come specie a rischio estinzione dell’International Whaling Commision, in Giappone ad esempio si possono ancora uccidere le balene attraverso la motivazione di ricerca scientifica. Intanto però, la vittoria dell’Islanda è comunque un notevole passo avanti.
Giulia Baldini