A Milano, a Palazzo Reale, il Primo Maggio è stato celebrato ricordando il lavoro femminile e la condizione della donna con una mostra intitolata “Divine e Avanguardie”. Una mostra incentrata sulla condizione della donna in Russia attraverso i secoli attraverso 90 opere d’arte del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
La maggior parte di queste 90 opere non erano mai state esposte in Italia, rendendo per la prima volta accessibili dal vivo un esempio dell’arte russa tra il XIV e il XX secolo, oltre che sottolineare la condizione e il ruolo delle donne nel Paese.
Un mondo del lavoro al femminile raccontato e rappresentato con opere classiche come “L’Operaia” di Kazimir Malevich, la “Fabbrica futurista” di Natalja Goncharova o le “Operaie Tessili” di Alexander Deineka. Donne lavoratrici, donne rivoluzionarie e donne combattenti.
Non una sorpresa, vista l’importanza che i lavoratori e il Primo Maggio hanno in Russia o, quantomeno, nella storia della nazione, specialmente nel XX secolo. Non a caso, il Primo Maggio era una delle più importanti festività dell’Unione Sovietica.
Le sezioni della mostra sono state molteplici, concentrate non solo sulle donne lavoratrici, ma sulle donne in generale. Come la sezione “IL CIELO – La Vergine e le Sante”, che ha raccolto iconografie della Madonna, venerata in tutta la Russia. Oppure la sezione “Il TRONO – Zarine di tutte le Russie”, di cui si può facilmente intuire il contenuto. O “La TERRA – L’orizzonte delle contadine” e “VERSO L’INDIPENDENZA – Donne e Società”.
Una mostra che vuole raccontare il lavoro, le donne a anche la Russia. Un grande successo che, se pur non lo fosse stato, comunque avrebbe portato delle grandi opere d’arte per la prima volta in Italia.
Domenico Attianese