L’attrice e stunt sudafricana Olivia Jackson era stata scelta come controfigura di Milla Jovovich nel film “Resident Evil: The Final Chapter”.
Nel settembre del 2015, mentre svolgeva una complicata acrobazia sul set, la donna rimase vittima di un incidente spaventoso che la lasciò parzialmente paralizzata e gravemente ferita per 17 giorni. Alla donna venne indotto il coma per dar modo ai chirurghi di operarla. I medici dovettero amputarle l’arto sinistro e questo ha segnato profondamente la sua vita e la sua psiche oltre ad aver posto fine alla sua carriera. A oggi, oltre alla perdita dell’arto, la donna soffre di un costante dolore ai nervi, mentre il quadrante in alto a destra del suo corpo è rimasto paralizzato insieme a parte del suo viso.
Nella causa sono coinvolti i produttori insieme alla Tannhauser Gate Inc, alla Impact Pictures e alla Bolt Pictures.
«Molte cose di cui non ero a conoscenza sono state cambiate all’ultimo minuto» ha dichiarato la Jackson in un’intervista.
Pare infatti che il giorno in cui avvenne l’incidente la stunt avrebbe dovuto girare una scena ben diversa, simulando un combattimento, e invece si ritrovò a dover girare una complicata acrobazia su una moto. Il numero acrobatico prevedeva che l’attrice corresse a gran velocità verso la cinepresa, ma quest’ultima non venne sollevata tempestivamente e lei andò a sbattere rovinosamente contro l’ostacolo.
«Olivia ha affrontato le sue ferite devastanti con costante coraggio» ha dichiarato Gabe Barenfeld, avvocato della Jackson, «ma continua ad affrontare immense sfide fisiche ed emotive. Olivia merita il pieno sostegno finanziario per aiutarla in questa battaglia in corso».
In un’apparizione a “Good Morning America”, la stunt ha parlato del suo incidente, degli incubi e delle visioni terribili che la hanno afflitta durante il coma indotto, delle difficoltà che sta vivendo e di come i produttori l’abbiano indotta a credere cose che non erano vere, a cominciare dal fatto che l’assicurazione avrebbe coperto tutte le spese mediche, cosa che invece non è avvenuta. Infatti la Jackson lamenta il fatto di essere stata letteralmente abbandonata a sé stessa e di non avere ricevuto un adeguato aiuto economico. Nella causa non ha stabilito alcuna cifra specifica, perché ciò che vuole è un risarcimento che le consenta di mantenersi e pagare le numerose spese mediche di cui ha ancora bisogno.«Vorrei fare sapere al mondo che cose come queste succedono e che c’è bisogno di sicurezza e di copertura assicurativa per tutte quelle persone che lavorano 16 ore al giorno e che danno la vita per realizzare questi film. Molte delle questioni assicurative mi sono state tenute nascoste. Quando firmi un contratto in cui si dice che la produzione è coperta dall’assicurazione, non è proprio così».
Yami