Capeggiati da Francesco Bertolini, Paolo Falvo e Stefania Orecchioni, dei ricercatori del laboratorio di emato-oncologia dell’Istituto Europeo di Oncologia hanno messo a punto una nuova terapia per le forme più aggressive di cancro al seno. Si tratta di una terapia che “riorganizzerebbe” il sistema immunitario i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Cancer Research”.
I ricercatori hanno dimostrato che, attraverso la somministrazione sequenziale a dosaggi specifici di due farmaci chemioterapici, il ciclofosfamide e il vinorelbina, si attiverebbero le APC e i Linfociti T, le cellule immunitarie, potenziando l’efficacia degli anticorpi anti-PD-1. Questi anticorpi sono quelli che si occupano di sbloccare il sistema immunitario e, quindi, lo renderebbero più reattivo alle cellule tumorali.
Come dichiarato da Francesco Bertolini:
“La terapia con anticorpi monoclonali anti-PD-1 ha rivoluzionato nell’ultimo quinquennio la terapia di alcuni tipi di tumore, come il melanoma e il carcinoma del polmone, anche se si è rivelata efficace in un numero limitato di pazienti. […] Questi anticorpi ‘risvegliano’ le cellule del sistema immunitario che le cellule neoplastiche avevano ‘addormentato’, rendendole capaci di controllare la crescita neoplastica.” Si tratta di un meccanismo già possibile naturalmente che, tuttavia, con alcuni tipi di tumori e in alcuni pazienti non è molto funzionale. E la terapia messa a punto dai ricercatori spingerebbe il corpo ad attivarlo e spingere il nostro sistema immunitario ad attaccare le cellule neoplastiche e controllarle, “naturalmente”.
Domenico Attianese