Si chiama MIDA ed è allestito in una chiesa seicentesca
Nasce in Piemonte a Ceresole d’Alba, un comune in provincia di Cuneo, il primo esempio in Europa di museo interamente dedicato alle donne artiste. Si chiama MIDA, acronimo di Museo Internazionale delle Donne Artiste, e andrà ad affiancare quanto già presente nel mondo. Citando espressamente quanto veicolato dalla pagina web del comune di Ceresole d’Alba, “mentre solo negli Stati Uniti, a New York e Washington, sono presenti due esposizioni permanenti dedicati all’arte al femminile” in Europa non esiste nulla di simile.
Gli intenti, come si potrà ben intuire, sono quelli di dare voce, valorizzare e mantenere la memoria storica dei talenti artistici delle donne, troppo spesso trascurati, se non addirittura misconosciuti, dalla storia. L’inaugurazione si è tenuta nel giorno di venerdì 21 aprile 2023 presso la Chiesa seicentesca della Madonna dei Prati. Quanto agli orari di visita il MIDA attende i visitatori tutti i week-end con i seguenti orari: dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00 nel periodo che va da maggio a ottobre. Sono altresì previste anche delle aperture straordinarie per le quali si rimanda alla pagina web dedicata.
Quanto alle artiste in mostra, è chiaramente detto che il MIDA ospiterà unicamente opere di artiste donne di rilievo internazionale. L’esposizione avrà carattere “dinamico” e in movimento, ciò significa che, via via, si arricchirà di nuove opere di artiste. Tra le prime opere d’arte in mostra vanno menzionate: Berthe Morisot, Suzanne Valadon, Louise Bourgeois, Beverly Pepper, Marina Abramovic, Yoko Ono, Jenny Holzer, Mary Cassat, Rabarama, Carmen Gloria Morales, Zhang Hongmei, Xiao Lu, Xiao Ge, Ruschica Wason Sing, Maria Cristina Carlini, Yoyoi Kusama, Paola Gandolfi, Sonia Delaunay, Patrizia Taddei. Il MIDA inoltre coinvolgerà anche il centro cittadino con la collocazione di installazioni e sculture in luoghi appositamente scelti. Ed ancora: ci saranno piastrelle ed altre “coreografie” relative ad artiste non esposte nello spazio museale ma sempre degne di essere ricordate. di Maria Teresa Biscarini