Ad una trentina di chilometri da Siena un posto sembra essere il perfetto connubio tra sogno e realtà; da un lato Montesiepi, poggio sormontato dalla chiesa rotonda consacrata al nobile eremita San Galgano dove egli riposa e dove è custodita la spada che lui stesso avrebbe conficcato nella roccia, dall’altro l’abbazia eretta dai monaci Cistercensi in onore dell’eremita.
La spada di Montesiepi, conficcata da San Galgano nella roccia per sancire la fondazione del suo eremo e per segnare il suo arruolamento nell’esercito di Cristo fa pensare facilmente alla mitica Excalibur del ciclo arturiano, e sebben siano diversi i protagonisti e diverse le circostanze, il ruolo magico della spada e la sua simbologia corrispondono in modo davvero straordinario.
Il santo godeva di una popolarità enorme, tanto che la festa a lui dedicata dopo la sua morte si concludeva sempre con l’ostentazione della sua testa perfettamente conservata e numerosi pellegrini affluivano a vedere l’abbazia e la chiesa rotonda.
L’attrazione tuttavia per lo più era costituita proprio dalla spada che i pellegrini sapevano essere dotata di poteri magici che impedivano a chiunque di estrarla dal terreno.
La spada conficcata nel terreno simboleggiava anche una degna croce in mancanza di quella di legno, grazie all’incrocio tra il pomo e l’elsa. Inoltre era considerata un’offerta in onore a colui che aveva guidato Galgano fino a Montesiepi.