La storia dello sport è costellata di grandi imprese compiute da grandi campioni, ma spesso da episodi incredibili che diventano ricordi indelebili per gli anni a venire. Uno di questi è accaduto il 22 febbraio 1980 durante i XIII Giochi Olimpici di Lake Placid, negli Stati Uniti. Quel giorno era in programma la partita del torneo di Hockey su ghiaccio tra i padroni di casa statunitensi e l’Unione Sovietica, sua grande rivale, non solo sportiva. In piena Guerra Fredda, il regime sovietico aveva appena invaso l’Afghanistan, irritando gli Stati Uniti, che per questo avrebbero poi boicottato le Olimpiadi estive di Mosca qualche mese dopo.
La squadra sovietica era considerata la più forte tra le partecipanti, essendo composta da giocatori considerati dilettanti solo perchè il regime vietava il professionismo: essi infatti militavano nel massimo campionato sovietico e partecipavano alle principali competizioni internazionali. La squadra statunitense invece era composta da veri dilettanti, alcuni studenti universitari e pochissimi giocatori di N.H.L., la lega americana di Hockey su ghiaccio, ma nessuno di loro vi aveva ancora esordito. I sovietici inoltre avevano vinto cinque delle ultime sei edizioni del torneo olimpico. Infine c’era un precedente di un paio di settimane prima: in un’amichevole preolimpica la Nazionale sovietica si era imposta 10-3. Insomma, alla vigilia non c’era partita, almeno sulla carta. Invece quel giorno si compì il cosiddetto “Miracolo sul ghiaccio”.
Il torneo prevedeva, dopo il girone di qualificazione, un secondo girone a quattro squadre per assegnare le medaglie. La prima partita della fase finale fu proprio U.S.A.-U.R.S.S.: la nazionale statunitense, sotto 3-2 nel secondo dei tre tempi previsti, ribaltò nell’ultima frazione il risultato, vincendo 4-3. La grande impresa portò la nazionale statunitense a vincere la medaglia d’oro battendo la Finlandia nell’ultima partita, mentre l’Unione Sovietica terminò seconda. La storia di questi “Underdog” (termine inglese usato per indicare atleti o squadre sfavoriti nel pronostico) fu raccontata in due film, “Miracle on ice” del 1981 con Steve Guttemberg, e “Miracle” del 2004 con Kurt Russell.
Daniele Capello