Vinta la sfida della decentralizzazione delle esposizioni
Grande entusiasmo e risonanza per la Mostra “Materia Il legno che non bruciò a Ercolano”, prodotta dal Parco Archeologico di Ercolano con Packard Humanities Institute, presso la settecentesca Reggia di Portici, residenza estiva della famiglia reale borbonica e sede del Herculanense Museum, tra i primi musei archeologici al mondo e meta dei viaggiatori del Grand Tour.
“Si chiude una mostra di rara bellezza, – le parole di Matteo Lorito, Rettore dell’Università degli studi di Napoli Federico II – frutto di una collaborazione virtuosa tra istituzioni, che ha consentito di riportare nella reggia voluta da Carlo di Borbone reperti archeologici unici al mondo esposti in un contesto straordinario e con modalità che hanno consentito a migliaia di persone di immergersi nella quotidianità dell’epoca romana. Si ringrazia il Parco Archeologico di Ercolano e la Città Metropolitana per aver voluto ‘prestare’ al Dipartimento di Agraria legni fossilizzati. Un Dipartimento nel quale da molti anni, tra le tante discipline scientifiche, si studiano legni fossili anche del neolitico”.
Il legno e la sua materia, primi attori indiscussi per 12 mesi nelle lussuose sale della Reggia, reperti intrisi di umanità, hanno raccontato ai visitatori storie di ritrovamenti, utilizzi, impieghi nella quotidianità degli antichi e non solo. Tutti questi elementi sono protagonisti anche dei social con le Schegge del Parco, il nuovo format lanciato di recente dove il Direttore Sirano narra la storia del reperto, e con una trasposizione all’interno del Parco, ne mostra poi il luogo del ritrovamento.
Il Direttore del Parco di Ercolano Francesco Sirano dichiara: “Gli straordinari reperti in legno, particolarità unica al mondo del nostro patrimonio sono diventati, nello spirito UNESCO; occasione per proseguire la tessitura di rete territoriale valorizzando anche altri meravigliosi luoghi ricadenti nella buffer zone, quali la splendida Reggia di Portici. Non ci è parso sostenibile continuare a tenere i reperti in legno all’interno dei depositi e abbiamo scelto di condividerli sul territorio e con la comunità, non nell’Antiquarium del Parco, ma nel sito che fu la sede del primo museo borbonico dedicato ai siti vesuviani. Oggi i reperti tornano al Parco e, dato il successo della Mostra, questo non sarà un addio ma un arrivederci perché il Parco lavorerà ad esporre i reperti in Antiquarium, così come continueranno la collaborazione con i partner istituzionali e le ricerche con il Dipartimento di Agraria”.
Il Direttore del Centro MUSA – Musei delle Scienze Agrarie, Stefano Mazzoleni della Real Scuola di Agricoltura di Portici, oggi Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico auspica “nuove iniziative che continueranno a celebrare e preservare la storia di questo luogo straordinario. Un grazie a tutti i visitatori che hanno condiviso con noi l’entusiasmo e la meraviglia di fronte a delle opere assolutamente uniche ed affascinanti. La grande partecipazione e l’entusiastico interesse dei visitatori ha anche rinsaldato il legame tra il territorio e le istituzioni culturali”.
I numerosi visitatori della mostra, unica e favolosa nel suo genere, hanno avuto anche occasione, non soltanto di visitare la reggia di portici e apprezzarne il valore.
E ora?
Ai visitatori del Parco verrà offerta l’opportunità di poter fruire ancora dei reperti in legno, grazie a una programmazione cadenzata che permetterà di rivedere i pezzi nella cornice dell’Antiquarium del Parco. Bisogna solo stare in campan(i)a… !