La nuova Italia di Roberto Mancini stenta a decollare ma forse ha trovato il centravanti del futuro. Sconosciuto a molti, Mateo Retegui ha già conquistato i tifosi a suon di reti: due partite, due gol da vero numero 9 vecchio stile, alla Vieri o alla Batistuta viste le origini. Perché Retegui arriva dall’altra parte dell’emisfero, precisamente dall’Argentina. Di origini italiane, possiede il doppio passaporto, fatto che ha permesso alla nostra nazionale di anticipare quella campione del mondo albiceleste nel convocarlo.
Classe 1999, cresciuto nelle gloriose giovanili gialloblu del Boca juniors, il bomber italo-argentino è esploso la scorsa stagione nelle fila del Tigre, piccola squadra della città di Victoria (che già e di buon augurio) che milita nella Primera Division e ha chiuso in settima posizione il campionato, trascinato dai 25 gol in 34 partite del suo numero nove.
Per Retegui nelle qualificazioni a Euro 2024 un gol di piede ininfluente contro l’Inghilterra (1-2) e quello poderoso di testa a sbloccare la partita contro Malta (2-0): anche senza una prestazione super sia di squadra che personale dal punto di vista della manovra, per ora può bastare. La crisi del gol italiana che finora h puntato quasi esclusivamente su Immobile (che segna tanto nella Lazio ma non riesce a ripetersi in nazionale) e su “falsi nove” tipo Raspadori, potrebbe essere risolta. Per il futuro servirà però anche un gioco che faccia arrivare più palloni al centravanti perché altrimenti sarebbe uno spreco.
Daniele Capello