Marisa Paola Fontana, bolognese di adozione nasce Parigi nel 1960, si diploma al Liceo Artistico di Bologna questo motiverà il suo grande interesse per l’arte. Già da studente, collabora come illustratrice di storyboard, con una casa di produzione che realizza spot pubblicitari. Prosegue i sui studi presso la Facoltà di Architettura di Firenze e di Milano, prossima al conseguimento della laurea si accorge che la sua aspirazione non era esercitare la professione dell’architetto, ma bensì il suo interesse era orientato alla comunicazione nel settore pubblicitario. Si impiega nel settore come executive producer, per diversi anni collabora con le maggiori agenzie di pubblicità italiane.
Nel 1999 costituisce la sua casa di produzione Opificio Ciclope con l’intento di dare alle produzioni un taglio prettamente autoriale attraverso l’impiego di soli artisti, definisce in Italia un nuovo linguaggio cinetelevisivo, il merito alla casa di produzione viene riconosciuto nel 2019, a Bologna, con la mostra realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Arti dell’Università di Bologna “VHS +” tenutasi al MAMBO. Il progetto espositivo, documenta i peculiari approcci espressivi di 5 gruppi indipendenti di ricerca media-culturali che diventano veri e propri marchi tra questi Opificio Ciclope. Racconta la loro produzione i formati le pratiche di comunicazione video sperimentate in Italia e come sono riuscite da laboratori pionieristici a sviluppare fucine creative sintonizzate con le coeve sperimentazioni più avanzate a livello europeo.
Opificio Ciclope consegue diversi premi importanti, uno tra i più meritevoli nel 2000 quello di “I CASTELLI ANIMATI”a Genzano il festival internazionale del cinema di animazione. L’Unione Europea in quell’anno designa “I Castelli Animati” a rappresentare l’Italia nel circuito esclusivo degli otto festival europei d’eccellenza cui l’UE faceva riferimento per la designazione dei film candidati al CARTOON D’OR, l’Oscar europeo dell’animazione. Alla stessa edizione partecipa Paul McCartney in qualità di produttore del film Shadow Cycle che viene proiettato in anteprima mondiale al festival. Nello stesso anno consegue anche il premio speciale della giuria al L’HIROSHIMA INTERNATIONAL ANIMATION FESTIVAL a Hiroshima.
La crisi che investe dopo il 2000 il settore cinetelevisivo italiano, induce Marisa Paola Fontana ad un cambiamento di intenti, insieme ad altri operatori culturali fonda ed amministra a Bologna, una associazione culturale che diventa nota in tutto il mondo, il LINK con 45.000 iscritti: musica e arte ne costituiscono il core business. L’associazione presto diventa riferimento musicale per le nuove generazioni in Italia e aziende di rilievo gli affidano l’organizzazione di eventi promozionali e non solo.
Il pregresso traspare fin dagli esordi nella produzione artistica di Marisa Paola Fontana, l’interesse per la composizione figurativa urbana e architettonica con un taglio prettamente fotografico. Nei suoi quadri descrive, la condizione universale dell’essere umano, incomunicabilità profonda, inquietudine e attesa, silenzi e attimi immobili, sospesi al di sopra del tempo ad esprimere un senso di solitudine e di isolamento. Oltre al “realismo” al quale è si possono associare le sue opere sono attraversate da una ricerca pittorica e da un forte senso dell’inquietante. Si ispira a volte a soggetti della realtà quotidiana, e li raffigura nei suoi quadri, allontanandoli dal loro ambiente naturale isolandoli. Nelle opere viene mostrato un mondo colorato vivace a tinte calde che sfumano a fredde fino a svelare la vera realtà che di fatto è costituita da ansia.
A Fontana interessa raccontare la superficialità della società di questi anni impersonale in modo tale che il soggetto raffigurato non trasmetta emozioni, come la società del consumo in cui vive, dove le emozioni, i sentimenti e le sensazioni sono piatte. La società che ritrae è una società che non ha coscienza di sé e di quello che avviene intorno, ma vive tutto come fosse un paesaggio, bello o brutto che sia, che non chiede partecipazione né azione. Le sue opere sono in gran parte paesaggi urbani, viste diurne di città spesso deserte. Paesaggi in equilibrio tra il crudo realismo e il sogno rarefatto, ed esseri umani soprattutto donne, che si inseriscono in questi spazi onirici, per quanto concreti, come punti interrogativi. L’identità delle donne che abitano i suoi quadri poggia sempre sull’aspetto estetico raccontando di se quello che non hanno. Immagini femminili immobili e senza orizzonti certi, che si inseriscono oscillando paradossalmente tra sogno e alienazione, tra desiderio e rassegnazione. Le pennellate sono sfumate in maniera armoniosa, la luce è utilizzata come il colore per amplificare le sensazioni che l’artista vuole trasmettere attraverso l’uso dell’inquadratura di tipo fotografico.
L’artista nei suoi dipinti non vuole raccontare nulla: “Nelle mie immagini desidero seminare indizi. Non vi volutamente alcuna risposta nelle scene raffigurate a ciò che può indurre lo spettatore a perdersi nell’immaginazione per completare la narrazione, sono un fotogramma di una scena in divenire.”
Ma è la stessa cifra stilistica che comunque racconta la solitudine.
“L’artista è stata invitata ad esporre un suo recente dipinto, Visione Metropolitana, nell’ambito della Mostra Collettiva Internazionale” OMAGGIO ALLA PRIMAVERA”, a cura del Critico d’Arte e Curatrice Dr.ssa Maria Palladino, con la presentazione dello Storico e Critico d’Arte Prof. Giorgio Grasso, presso la Galleria La Teca di Padova, Corso Umberto I° 56. Inaugurazione il prossimo 21 Maggio alle ore 18:00. La mostra resterà visitabile fino al 7 Giugno, con orario di apertura: Mercoledì – Sabato 10:30 – 12:30, 14:00 – 19:30. Ingresso libero.
Per informazioni e contatti: Dr.ssa Maria Palladino 3341695479 audramsa@outlook.it