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Arte & Cultura

Maria Callas, la “Divina” malata d’amore

La Callas rappresenta una delle figure più forti della lirica e del costume

Maria Callas nacque a New York il 2 dicembre 1923, è stata tra le più grandi cantanti liriche di tutti
i tempi e la sua figura, malgrado sia mancata 45 anni fa, rimane indelebile nel tempo.
Il suo vero nome era Maria Anna Cecilia Sofia Kalos, i suoi genitori lasciarono la Grecia, nazione
d’origine, per trasferirsi negli Usa, nel tentativo di cercare fortuna. Si apprende che, la propensione
alla musica, Maria la attribuiva ad un incidente accaduto quando era piccola: a cinque anni viene
investita da un’automobile, entra in coma e proprio in quel periodo di incoscenza, sogna strane
armonie musicali. Al risveglio dimostrò subito un carattere duro e ribelle, che caratterizzò la sua
carriera di soprano. Le prime lezioni di canto le intraprese a otto anni, a 14 con la madre si
traferisce in Grecia, dove si iscrive al conservatorio. Inizia a tenere i primi concerti, soprattutto a
Salonicco poi, dopo la seconda guerra mondiale, decide di tornare negli Stati Uniti. Ma
l’ambientamento artistico fu difficile; riuscì a lavorare nella Turandot, a Chicago, però furono molte
le delusioni. Poi giunse in Italia: approda a Verona, per cantare all’Arena nella Gioconda di
Ponchielli, qui conosce l’imprenditore Giovanni Battista Meneghini, che diventerà suo marito,
nonchè suo manager. C’è poi il periodo milanese della Callas; è il 1951 ed è convinzione degli adetti
ai lavori che, la tappa meneghina, abbia rappresentato il momento più alto della carriera.
Canta alla Scala, proprio grazie ai contatti intrapresi dal marito con i vertici del Teatro lombardo.
L’approccio iniziale milanese fu difficile, anche perchè le venne chiesto di sostituire Renata Tebaldi
nell'”Aida”: la Tebaldi aveva impressionato il pubblico e c’era la convinzione che nessuna avrebbe
eguagliato la soprano marchigiana. Ma la cantante greca aveva il carattere di chi arrivava da una
vita difficile e Milano si dimostrò aperta e disposta a dare occasioni a chi era veramente bravo.
Fu anche il periodo della trasformazione fisica della soprano: da signora sovrappeso, dalle modalità
un po’ troppo “materiali” e goffe, si trasformò, perdendo 36 chili, in una diva elegante e
affascinante, grazie anche ai consigli della stilista milanese Biki, e tutti, dopo le esibizioni, le
gridavano “Divina!!”. Dopo tanti trionfi, Maria Callas conosce l’armatore greco Aristotele Onassis, i
due si innamorano e lei lascia Meneghini. Però quella è anche la fase di declino artistico di Maria:
siamo nel 1959, la sua voce sembra perdere vigore, alterna opere dove riscuote successo, ad altre
dove viene contestata. Il suo sogno ora è quello di sposare Onassis, ma l’armatore la “scarica” (è il
1967) e decide di sposare Jacquiline Leee, vedova di J. F. Kennedy. Maria Callas entra in una
profonda crisi depressiva, che la allontana dal lavoro. Ma riesce a regaire , come una tigre prende in
mano la propria vita e la carriera e nel 1968 è Medea nell’omonimo film di Pier Paolo Pasolini. Nel
1973 fa un tour mondiale di un anno con il tenore Giuseppe Di Stefano. Ma le condizioni di salute
peggiorano e il 16 settembre 1977 muore. Si trovava nella propria casa di Parigi. La Callas è
rimasta nel mito.

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