Erano 47 anni che il nome Italia non compariva nell’albo d’oro della Coppa Davis. Quella finale del 1976 disputata in Cile e vinta dal quartetto Panatta-Barazzutti-Bertolucci-Zugarelli era finora l’unico successo italiano in questa competizione (https://www.fulldassi.it/coppa-davis-1976-tennis/). 47 lunghi anni di sogni infranti (come la finale del 1998 persa con la Svezia) e polemiche assortite, spazzate via da una nuova generazione di atleti che potrebbe regalare al nostro tennis parecchie soddisfazioni.
La vittoria dello scorso weekend contro l’Australia regala al nostro movimento nuova linfa, confermato dal boom iscrizioni di bambini alle scuole tennis di questo periodo: piccoli sportivi che sognano di ripercorrere le orme dei loro idoli: Musetti, Sonego, Arnaldi e Bolelli, e soprattutto quel Yannick Sinner, vera stella di questa squadra di Davis capitanati magistralmente da Filippo Volandri.
Sinner ha dimostrato di poter diventare il più forte del mondo, dall’alto di una quarta posizione nel ranking mondiale (come Panatta nel 1976, massimo raggiunto da un italiano) e soprattutto delle due vittorie su tre partite in 15 giorni contro il numero uno Djokovic tra ATP Finals di Torino e semifinale di Davis. Peccato solo per quella finale persa proprio alle Finals da cui però un campione è in grado imparare molto. Un movimento italiano che quindi pare in crescita anche per la giovane età del gruppo azzurro e per la possibilità di recuperare in futuro quel Berrettini che ha dimostrato in passato, senza infortuni, di essere uomo da top10.
Daniele Capello