L’ Economist ha scelto l’Italia tra tutti, come Paese dell’Anno, e non per l’Eurovision né per i campionati di calcio, ma per molto altro, ponendola finanche dinanzi a Francia e Germania
Ogni anno l’Economist sceglie un “paese dell’anno”. Non per dimensione, ricchezza o tasso di felicità, ma perché è quello che è migliorato di più nell’arco dell’anno relativo.
Ad esempio, in passato ci sono stati: l’Uzbekistan (per aver abolito la schiavitù), la Colombia (per aver trovato la pace interna) e la Tunisia (per aver introdotto la democrazia).
Il 2021 è stato un anno complicato: il covid-19 ha continuato a creare sofferenza, mentre gli innovativi vaccini sono stati distribuiti in modo diseguale e sono emerse nuove varianti come la omicron.
In, un contesto così poco roseo, si sono verificati gravi eventi, come negli USA, dove i sostenitori di Donald Trump hanno tentato un goffo golpe di stato; in Russia, dove il principale leader dell’opposizione è stato incarcerato; la guerra civile ha travolto l’Etiopia e la Birmania.
Eppure in mezzo a tutta questa tristezza e a mille difficoltà, alcuni paesi si sono distinti positivamente.
Dopo un anno piuttosto proficuo: il trionfo all’Eurovision con una banda rock, il grande successo riportato ai campionati di calcio europei con la squadra biancoazzurra, l’Italia riceve un ulteriore premio, stavolta, per il suo cammino politico.
L’Economist ha più volte biasimato le scelte dell’Italia, facendo riferimento alle decisioni prese a suo tempo da Silvio Berlusconi.
Nel 2019, a causa della pessima attività dei vari governi, gli italiani erano più poveri di quanto non lo fossero nel 2000. Ma quest’anno le cose sono cambiate.
In questo momento delicato, l’Italia ha individuato in Mario Draghi, il proprio leader, come primo ministro competente e rispettato a livello internazionale.
L’Italia è stata premiata per essersi assunta la responsabilità della situazione emergenziale, tanto da essere capace di mettere da parte le divergenze politiche, per supportare con un’ampia maggioranza di esponenti politici un unico programma di riforme che dovrebbe permettere di ottenere i fondi previsti per il piano di ripresa post pandemia.
Quando la politica funziona, chiaramente il tutto si traduce in una buona amministrazione e capillarità sul territorio. Infatti, questa buona politica ha permesso di gestire al meglio la pandemia da Covid e anche per questo l’Italia è stata premiata.
Ne è una riprova il tasso di vaccinazione in Italia: tra i più alti d’Europa.
Dopo un difficile 2020, l’economia italiana si sta riprendendo più rapidamente rispetto a quelle di Francia o Germania. Naturalmente, c’è il rischio che questa tendenza al buon governo possa invertirsi. Draghi vorrebbe essere eletto Presidente della Repubblica (un ruolo di rappresentanza) e il suo successore potrebbe essere meno competente. Ma non possiamo negare che l’Italia, oggi, sia un Paese migliore rispetto a dicembre dell’anno scorso e per questo motivo è stata premiata quale Paese dell’anno.
L’ Economist porge i suoi “Auguroni!” all’Italia, tutti meritati.
Marino Ceci