Image default
Il personaggio In evidenza

Ligabue, il Genio Nascosto

Antonio Ligabue, nome “comune” di uno dei più grandi pittori naïf del XX secolo nato come “Antonio Costo” e poi “Antonio Laccabue”, è nato il 18 dicembre 1899 e morto il 27 maggio 1965. Una vita segnata fin dall’infanzia, non vissuta con i suoi veri genitori. Nel 1900, infatti, Antonio fu affidato a  Johannes Valentin Göbel ed Elise Hanselmann, una coppia svizzera senza figli che verrà considerata per sempre da Ligabue come i suoi veri genitori.

La vita di Ligabue è stata costellata da disagi e disgrazie: la famiglia era in pessime condizioni economiche e, quindi, ci furono numerosi spostamenti dovuti al lavoro precario. Un danno non da poco per l’infanzia di Ligabue, caratterizzata anche da malattie come il gozzo e il rachitismo. Una combinazione di condizioni che sarà dannosa per lo sviluppo fisico e mentale dell’artista.

Una vita subito all’insegna delle crisi nervose e della violenza, dovuta ai problemi psichici, fino a che nel 1928 non incontra Renato Marino Mazzacurati. Antonio era già interessato all’arte e l’uomo se ne accorse, insegnandogli l’uso dei colori ad olio e spingendo il giovane artista a dedicarsi alla pittura e alla scultura.

La pittura di Ligabue era un’assoluta unicità per l’epoca. I suoi quadri trasmettevano le sensazioni e i sentimenti che l’uomo non era in grado di trasmettere a parole. Senza la necessità di avere modelli fisici, ma rielaborando tutti i suoi ricordi: l’infanzia, la gioventù, le immagini e gli odori, i sentimenti che provava. Ligabue, nella sua fragile psiche, registrava tutto ed era in grado di trasformarlo in tavole di una bellezza incredibile.

Gli animali sono al centro della sua produzione pittorica e anche delle sue sculture. Le loro forme deformate e assurde, che uniscono il fisico alla psiche nella pittura, tornano completamente alla realtà nelle sculture, di una precisione e di una plasticità disarmanti.

L’artista fu colpito nel 1982 da un’emiparesi e, dopo essere stato curato in diversi ospedali e un ritorno al ricovero Carri di Gualtieri, morì quasi tre anni dopo, nel 1965.

Domenico Attianese

foto: flickr.com

Altri articoli