La situazione dei docenti precari sta subendo da anni una delle ingiustizie più ignobili della storia italiana. Per comprendere appieno questo problema ci siamo rivolti a Pasquale Vespa, ingegnere e docente precario, che da diversi anni conduce una lotta senza fine contro chiunque continui ad affossare le legittime richieste degli insegnanti come lui.
La situazione dei docenti precari di terza fascia sembra non avere soluzioni. Ma quando e cosa ha originato questo problema?
“La politica non svolge il suo ruolo da decenni, la scuola è vista solo come serbatoio di voti e nel precariato scuola ci sguazzano tutti. Non è politica, è propaganda, volontà di ammaliare qualcuno mettendolo in contrapposizione con altri. È far voti ai danni dei bisogni veri dei cittadini. È da ben 5 anni che chiediamo una risposta vera alla politica: una fase transitoria di stabilizzazione e l’attuazione di una procedura di reclutamento che va sotto il nome di doppio canale. Non si può infatti pensare di far lavorare da Terza Fascia senza abilitazione e poi mandar via con selezioni assurde come quella ora prevista con la prova a quiz computer based chi ha garantito per anni il corretto funzionamento della scuola pubblica. Le direttive europee indicano all’Italia la strada: chi svolge un lavoro professionalizzante da almeno 3 anni è di fatto abilitato e deve essere stabilizzato. Noi come Associazione Nazionale Docenti per i Diritti dei Lavoratori proponiamo un periodo di formazione riservato a chi ha esperienza sul campo almeno triennale e la formazione di una Graduatoria dei 36 mesi, la G36, dei lavoratori con 36 mesi di esperienza formati ed abilitati.“
Cosa impedisce ai vari governi che si susseguono risolvere la situazione?
“Come dicevo, manca la volontà politica. E manca ai più la conoscenza di un mondo del lavoro con le sue specificità e complessità per il sedimentarsi di problemi annosi.“
Il politico serio mantiene la propria affermazione elettorale se raccoglie i necessari consensi popolari. Come mai in questo caso nessuno vede tali vantaggi?
“Oggi è tutto marketing delle chiacchiere. Si dice una cosa in campagna elettorale e poi si fa altro quando si è eletti, sempre e solo per interesse di bottega.“
I tre maggiori sindacati confederali non hanno ancora espresso nulla, o quasi, per facilitare soluzioni adeguate. Come mai?
“Troppo preoccupati di portare a casa qualcosa e troppa paura di affermare con forza le loro tesi sulla necessaria stabilizzazione. L’accordo sindacale raggiunto poteva essere un buon punto di partenza. La firma dell’11 giugno almeno tutelava i precari con la necessaria abilitazione. Il successivo accordo del 1 ottobre 2019 con il nuovo esecutivo e con il Governo della Svolta sempre e comunque a guida Conte è invece altamente discutibile ed ha dato la possibilità all’attuale compagine di Governo di inasprire continuamente le prove del concorso straordinario a colpi di emendamenti di maggioranza. Ormai di straordinario il concorso per i precari ha solo il nome. Anche la presa di posizione attuale con la proclamazione dello sciopero del 6 marzo, che comunque non si farà a causa del Coronavirus, ci è sembrata una scelta tardiva e blanda. Dovevano difendere il loro accordo iniziale. Il concorso ordinario abilitante e lo straordinario a quiz non faranno altro che far esplodere ancora di più la bomba precariato nella scuola.“
Ci saranno, a breve, altre iniziative di protesta. Pensa che saranno risolutive o passeranno ancora quasi inosservate? E quale sarà l’auspicata soluzione definitiva?
“Come Associazione abbiamo organizzato, solo considerando gli ultimi 7 mesi, ovvero dal primo accordo ad oggi, 12 momenti di protesta in tutta Italia, tra manifestazioni ed assemblee e non ci fermeremo fino alla doverosa stabilizzazione di chi ha lavorato per oltre 36 mesi.“
Bruno Cimino