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Le mascherine per non udenti

Una studentessa americana crea strumenti di protezione che non nascondono le espressioni del viso

Fino ad un mese fa le mascherine erano per tutti una realtà esclusiva delle metropoli asiatiche e del mondo sanitario. Ora non è più così, le stesse industrie del paese si sono in molti casi convertite per la loro produzione al fine di rispondere all’emergenza. Se nei primi giorni di quarantena solo pochi le indossavano, ora sono in minoranza le persone che ne sono prive. Le vediamo prodotte con numerose forme, colori e sistemi di fissaggio, ma nessuno aveva ancora pensato all’idea proposta dalla studentessa americana del Kentucky Ashley Lawrence: una mascherina per non udenti. Frutto del buon cuore della ragazza è un sistema di protezione che allo stesso tempo non nega alle persone con sordità di poter leggere il labiale attraverso una sezione centrale della mascherina completamente trasparente. La studentessa è all’opera con la madre per la produzione di più mascherine possibile con la loro macchina da cucire, un gesto di generosità corredato dalla loro distribuzione nel territorio degli USA a tutti coloro che ne hanno bisogno. Un’idea semplice nata per le persone con disabilità che però si prospetta valida per tutti, basta pensare alla difficoltà del personale sanitario, più volte lamentata, di stabilire un rapporto empatico con i pazienti senza poter far vedere il loro volto e le espressioni sotto le mascherine tradizionali. La trovata ricorda quella degli scivoli per la salita e discesa dai marciapiedi, inizialmente ideati per le persone sulla sedia a rotelle hanno finito per essere utilizzati da tutti e sono risultati validi per diversi impieghi (donne con passeggini, salita e discesa dei carichi ecc.). Ashley ha lanciato sul web una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe al fine di potenziare la produzione.

Glenda Oddi

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