Le facili denunce come strumento di persecuzione. Non si tratta di una fantasia, ma di avvenimenti purtroppo reali.
Dovremmo fare nomi e cognomi per riuscire a sradicare dal terreno dell’innocenza le putridi radici del male, ancora bene avvinghiate nel sottosuolo più nascosto. Già, dovremmo, anche se talvolta non ce n’è bisogno, perché basta rammentare piccoli aneddoti per riportare a galla le nefandezze di cui certe persone sono capaci. Parliamo naturalmente di donne e uomini affetti da protagonismo esasperato, che fanno di tutto per apparire su “quinta colonna” o sui telegiornali, perfino inventandosi un’identità personale e professionale inesistente. Ora, dato che non ci è possibile rivelare l’identità di tali burattinai del web, ci limiteremo ad evidenziare piccoli episodi atti a farne intuire il volto, lo facciamo con la giusta dose di ironia, anche se al contrario dovremmo solo piangere, se non altro per le povere vittime sempre in aumento, accalappiate da questi furfanti privi di coscienza. La “donna” in questione è piuttosto corpulenta, i suoi capelli non sono naturalmente biondi, probabilmente da giovane fu mora. Si aggira su facebook indisturbata, insieme al suo compare, un uomo del sud, con cui “lavora” da anni attraverso una fantomatica associazione a tutela della famiglia, almeno questo è ciò che il nome dell’associazione lascia trapelare. Si vantano spesso di conoscere personaggi importanti dello spettacolo e della politica, come ad esempio Berlusconi, oltre che di avere stretti rapporti di collaborazione con le forze dell’ordine. Pensate, si autodefiniscono popolari e importanti per quel ruolo che rivestono, di presidente lei e segretario lui. Segretario di misfatti, sì, perché stando alle numerose vittime che hanno raccontato la propria testimonianza, Cip e Ciop adescherebbero le persone con problemi offrendo il loro aiuto, per poi raccogliere fondi destinati alle proprie tasche. Sono muniti infatti anche di un tesoriere, sembra che si tratti del marito della presidente. Tutto in famiglia, dunque. Una vera e propria attività a conduzione familiare, come si fa con i ristoranti, soltanto che in questo caso a mangiare sono soltanto loro. Quando le povere vittime si rendono conto di essere sfruttate, naturalmente si ribellano, ma a questo punto ecco che scatta la persecuzione. Le povere prede subiscono ricatti e spesso denunce. Per fortuna che la depenalizzazione dei quarantuno reati a qualcosa è servita, altrimenti c’è chi ne farebbe sempre strumento di distruzione della gente perbene. Cip e Ciop continuano nel frattempo imperterriti, attraverso un semplice computer, a fare sterminio degli ingenui, nonostante le innumerevoli segnalazioni a importanti programmi satirici nazionali. Organizzano convegni chiedendo contributi ad enti e comuni, facendo sfoggio di un obiettivo umanitario mirato soltanto in apparenza alla tutela di chi soffre . Non solo, se giocassimo alla caccia al tesoro, nasconderemmo lungo il cammino un bel bastone, emblema delle stratosferiche menzogne raccontate dalla famosa presidente, che per attirare l’attenzione e la fiducia degli altri, va raccontando da anni di essere affetta da una malattia degenerativa dei muscoli che la porterà alla paralisi e perfino alla cecità. Qualcuno la vide camminare proprio con un bastone e poco tempo dopo venne ripresa con un cellulare mentre danzava felice e pimpante ad un matrimonio, senza nessun problema di deambulazione. La faccenda si fa sempre meno chiara, perché questa caccia al tesoro rivelerebbe tanti altri oggetti simbolici, come rosari per pregare e quindi superare lutti in famiglia inesistenti, sempre per apparire vittime di qualcosa ed in questo modo accaparrarsi la simpatia altrui. Bisogna ricordare che quando si ha un problema non si viene mai chiamati da qualcuno, questa è la prima stranezza da considerare, vi sono infatti associazioni conosciute e registrate alle quali rivolgersi, magari attraverso assistenti sociali o Usl nel proprio territorio. Mai fidarsi di chi ostenta la propria onnipotenza, di chi chiede denaro come rimborso e di chi trascorre la maggior parte del suo tempo a “lavorare” su facebook . Occorre diffidare anche di chi è perennemente in lotta con qualcuno e ha sempre un nemico da fronteggiare. Queste caratteristiche sono componenti del protagonismo inteso come patologia che si aggiunge ad altri disturbi della personalità ancora più gravi. Chissà che Cip e Cip non si siano riconosciuti in questa grottesca descrizione della loro identità, ma è un dettaglio relativo, ciò che davvero conta è la consapevolezza dei lettori, perché siano accorti ed in grado di riconoscere il Mangia-fuoco che racconta ai suoi burattini di esserne l’amorevole padre ed invece fa di loro lo strumento del proprio inarrestabile, vergognoso spettacolo.
Eleonora Giovannini