C’è anche qualche spunto per gli storici della politica su quanto emerso nell’ultimo congresso (12 luglio 2020) del Partito Animalista Italiano, decimo partito politico nazionale dopo le Europee 2019, il primo in streaming.
Sette ore di intensi interventi durante i quali è emerso, come tema centrale, la necessità di presentarsi alle successive elezioni insieme a coalizioni che condividono i programmi ambientalisti e animalisti del partito.
Lo slogan è stato “PER UN’ ITALIA ANIMALISTA”.
Le linee guide sono state dettate dal Presidente Cristiano Ceriello il quale ha ricordato che l’attuale sistema impone ad un movimento politico di operare delle scelte: “Provare a correre da soli, ben sapendo come le battaglie saranno quasi certamente di mera testimonianza, oppure, compatibilmente con gli impegni che si assumerà la coalizione, individuare quei raggruppamenti che potranno maggiormente impegnarsi in un programma animalista”.
In tal senso il Partito non si pone ideologicamente alcuna pregiudiziale di “campo” (destra-sinistra-centro), ma si impegna affinché sui territori italiani vengano adoperate serie politiche per combattere la sofferenza animale e il randagismo. Inoltre è necessario incentivare ogni operazione atta a debellare qualsiasi vergognosa attività criminale che vede gli animali vittime innocenti, ma anche a migliore la vita delle famiglie che, maggiormente dopo la crisi dovuta all’emergenza Covid-19, trovano difficoltà a curare i propri pet, visto l’aumento incessante delle spese veterinarie e farmacologiche. Non ultimo bisogna sollecitare alternative alimentari e produzioni Veg che proprio in Italia potrebbero condurre ad una nuova economia green, capace di creare migliaia di posti di lavoro.
Temi di notevole rilevanza sono stati “snocciolati” dai tanti interventi che hanno occupato l’intera giornata e hanno interessato le produzioni biologiche e a chilometro zero, le energie rinnovabili che, però, devono essere compatibili con la morfologia dei territori e nel rispetto di ambiente e natura, oltre che per la salute umana. Infine, per attuare il programma europeo della Animal Politics EU, è indispensabile combattere il dramma dei trasporti di animali vivi, abolire i pesticidi dannosi e, non ultimo, lavorare per la chiusura degli allevamenti intensivi.
Con queste premesse, il Partito Animalista Italiano, laddove ci saranno le condizioni, si impegnerà a partecipare a tutte le elezioni politiche territoriali, consapevole che solo entrando nelle Istituzioni si possa davvero incidere in un cambio reale della politica e della società, appunto per fare dell’Italia un Paese sempre più animalista e moderno.
Tra le mozioni che hanno riscosso molto interesse, sia tra gli iscritti che tra i simpatizzanti, quelle di Bruno Cimino, uno dei firmatari della Proposta di legge “Angelo” contro il maltrattamento, l’uccisione e l’abbandono degli animali.
Cimino ha identificato due priorità che il Partito deve avere nel suo programma:
- L’Istituzione di un Ministero degli Animali e della Natura.
- L’Inserimento nelle scuole Primarie, Secondarie di I e II Grado della materia specifica “Educazione Animale e Ambientale”.
Il seguito sarà storia.
Bruna Fiorentino