Frammenti e Dettagli di vita visti dallo sguardo di una figlia d’arte
Lo stile, secondo Coco Chanel, è fatto di dettagli. E “Dettagli” è proprio una delle parole scelte dalla pittrice Marisa Mantovani, in arte “Mari”, come titolo della sua mostra di pittura. Una coincidenza che la dice lunga sull’attenzione ai dettagli, tipica dello sguardo femminile sul mondo. “Il titolo è frutto di una ricerca fatta da Mari Mantovani insieme alla curatrice della mostra Paola Musio” esordisce Sandra Salucci, critica d’arte, nonché allieva del noto pittore umbro Gerardo Dottori.
Ed è proprio la cura e la minuzia dei dettagli nella rappresentazione a rendere inconfondibili i quadri dell’artista Mantovani. E così, le pareti che fanno da sfondo alle figure, generalmente femminili, non sono quasi mai monocromatiche, ma si animano di trame di tessuti ricercati. O altrimenti sono le distese di fiori che dagli abiti delle protagoniste si riversano sulla tela creando un leitmotiv dai colori sgargianti, di incomparabile suggestione cromatica.
Un mix tra natura e bellezza al femminile che è anche il “biglietto da visita” per la mostra allestita presso la Galleria A+A di Via della Cera 7 a Perugia, in essere dal 12 Marzo al 9 Aprile 2022. “La sua ispirazione – è sempre Salucci a dire – parte sempre da uno stimolo visivo e amando molto la natura, a volte la stessa fa capolino nelle sue opere in funzione decorativa”. E’ questo quanto accade nel quadro intitolato “Echinacea” dove una processione di bambini festaioli, con cappellini a cono e fischietti, cammina in un campo di echinacea. Una scelta non casuale in questo periodo storico, dato il potere di rinforzo della pianta sul sistema immunitario. Un simbolismo che, nel proposito della pittrice, ha anche un connotato magico per esorcizzare le paure dei tempi correnti.
Ma la pittura di Mari Mantovani racchiude tanti altri messaggi sottili da decifrare. C’è un quadro che richiama l’arte giapponese del “Kintsugi” dove le crepe della materia vengono valorizzate con filamenti d’oro. A significare la capacità di trasmutare le esperienze che hanno provocato delle ferite secondo una sorta di approccio alchemico. Fino a “Il sogno del cavallino” dove l’artista rimanda a paesaggi onirici. Ed è proprio mentre Mantovani rievoca la nascita del quadro che riaffiora alla mente una strana sincronia che rimanda agli studi fatti dallo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung.
Nella creazione dell’opera, la pittrice riferisce di essersi ispirata all’immagine di una modella e nel drappeggio di una tenda fluttuante comincia a delinearsi la figura di un cavallino che poi viene rappresentato. Nella mente dell’artista compare allora l’immagine di Angelica, eroina del celebre poema cavalleresco, che fugge a cavallo. Ed è qui che scatta la “sincronia significativa” di Junghiana memoria. Il libro che tiene tra le mani la modella è proprio l’Orlando Furioso di cui Angelica è protagonista e che Mantovani aveva immaginato ad un livello inconscio.
Non a caso sono proprio gli artisti coloro che sono più vicini all’ispirazione verticale che dalla terra si dirama verso il cielo e che quindi possono fungere da canalizzatori di intuizioni superiori. Ed infatti, tra le tele in mostra, non poteva mancare la “Maternità” in chiave moderna, eterno simbolo del “femminino sacro”. Come pure la Dea Lakshmi, o Dea Madre, una delle Dee più amate dall’Induismo. Un femminile che torna e ritorna nelle tele di Mantovani con mix inusuali tra donne di diverse epoche, di diversa etnia, religione ed età celebrate dall’artista con giochi cromatici e ricerca minuziosa del dettaglio.
Ma come nasce l’artista Mari Mantovani? E’ lei stessa a dire di aver trovato nel Maestro Franco Venanti un faro, quanto ad ispirazione tecnica, all’interno della stupenda atmosfera del suo atelier. Tra gli artisti più amati da Mantovani: i Preraffaelliti, con il simbolismo di Rossetti, Alma Tadema, Mary Cassat e Leonor Fini. Per chi volesse poi approfondire il percorso artistico di Marisa Mantovani, potrà andare sulla sua omonima pagina Face-Book e sulla sua galleria immagini “mari-mantovani0.webnode.it”.
Di Maria Teresa Biscarini