“La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale degli altri”
La fattoria degli animali, George Orwell
Sembra essersi conclusa una delle telenovelas che ha infiammato questi ultimi giorni il panorama sportivo, e non solo, a livello internazionale. Novak, ormai soprannominato “Novax”, Djokovic è stato inserito nel tabellone dove saranno sorteggiati gli accoppiamenti per disputare gli Australian Open. Resta tuttavia ancora molta incertezza riguardo al suo visto che come ricorderete era stato ritenuto non sufficiente dalla sicurezza aeroportuale, ma successivamente la decisione era stata rivista da un giudice.
Il tennista, numero uno al mondo maschile, potrà quindi difendere il suo ultimo titolo vinto nella terra dei canguri, contro il compagno serbo Miomier Kecmanovic al primo turno del torneo ATP.
Il trentaquattrenne atleta era stato trattenuto nella detenzione per gli immigrati la scorsa settimana a Melbourne per ben cinque giorni, dato che non era vaccinato. Ma lunedì scorso, 10 gennaio, un tribunale ha annullato la cancellazione del visto, dato che Djokovic risultava guarito da Covid lo scorso dicembre. Quindi la sua infezione dal virus avrebbe soddisfatto le condizioni per poter entrare in Australia.
Nonostante questa decisione, il suo futuro nel torneo ATP del tennista restava incerto, dato che il ministro dell’immigrazione australiano, Alex Hawke stava valutando la possibilità di intervenire personalmente sulla questione. Infatti rientra nei suoi poteri il poter revocare definitivamente il visto di Djokovic.
L’intervento del ministro sarebbe da additare ad alcuni “motivi caratteriali” del serbo. Infatti lo sportivo ha recentemente ammesso di aver infranto, di nuovo (come avvenne quando organizzò un torneo tennistico in piena prima ondata pandemica), le regole di isolamento nel suo Paese. Infatti mentre era positivo nel dicembre scorso Novak avrebbe incontrato diverse persone pur sapendo di essere positivo al Covid.
Nelle ragioni di un intervento del ministro australiano rientrerebbe inoltre l’errata compilazione del modulo di viaggio, dato che era stata spuntata una casella in cui dichiarava di non aver viaggiato da nessuna parte nei 14 giorni precedenti l’ingresso nel Paese. Invece Djokovic era stato in Spagna. L’atleta ha imputato “l’errore umano” al suo agente.
Alla fine la decisione del ministro Hawke c’è stata: ha deciso di annullare il visto al tennista serbo.
Non si sa se i legali dell’atleta faranno ricorso, ma sicuramente siamo di fronte a una svolta imprevista di questa soap opera dal sapore decisamente agrodolce. In ogni caso restano molti dubbi sul comportamento del tennista che vanno ben al di là del vaccino o della pandemia. Probabilmente un qualsiasi altro cittadino (non Vip) del mondo sarebbe stato rispedito a casa senza tante storie.
Riccardo Pallotta