La Nuova Zelanda intende diventare smoke-free, partendo dai nati dopo il 2008.
Il governo neozelandese ha annunciato che metterà al bando le sigarette e ogni prodotto contenente tabacco per tutti gli under 15, dal 2022.
Già da diversi anni, a Wellington, stanno facendo un’intensa battaglia contro il fumo e questa proposta di legge è una conseguenza che segna una svolta unica al mondo.
La nuova legislazione creerà la prima generazione al mondo smoke-free: l’età legale per fumare aumenterà ogni anno.
L’Europa delle sigarette e del tabacco
Secondo gli ultimi dati di Eurostat, nel 2019, il 18,4% della popolazione di età superiore a 15 anni ha dichiarato di fumare, quotidianamente, sigarette.
Il 12,6% degli europei consuma meno di 20 sigarette al giorno, mentre il 5,9% consuma 20 o più sigarette al giorno.
In testa ci sono: Bulgaria (28,7%), Grecia (23,6%), Lettonia (22,1%) e Germania (21,9%), l’Italia si attesta al 16,5% sotto la media europea del 18,4%. Chiude la Svezia con un impressionante 6,8%.
La lunga battaglia al fumo della Nuova Zelanda
Il primo ministro Jacinda Ardern e il suo governo antifumo hanno da tempo in previsione l’abbassamento dei fumatori nel suo Paese, che già oggi è di molto inferiore alla media del vecchio continente (13%).
Negli ultimi dieci anni questa percentuale è scesa del 5% e il governo punta, oltre alla creazione della prima generazione smoke-free al mondo, ad abbassare i fumatori totali al 5% entro il 2025 e di raggiungere lo zero nei successivi cinque.
Le misure oltre alla creazione della generazione smoke-free
La proposta di legge non si ferma al divieto di tutti i prodotti a base di tabacco a un’intera generazione, ovvero tutti coloro che sono nati dopo il 2008. Sono incluse altre misure per rendere il Paese completamente smoke-free.
Riduzione della quantità legale di nicotina nei prodotti del tabacco a livelli molto bassi, riduzione degli esercenti che possono vendere legalmente tabacchi (dagli 8mila attuali ad appena 500) e l’aumento dei finanziamenti ai servizi per le dipendenze.
Queste nuove misure sono state accolte in maniera più che positiva dagli esperti di salute pubblica.
“La Nuova Zelanda ancora una volta guida il mondo, questa volta con un piano di implementazione 2025 smoke-free all’avanguardia, davvero un punto di svolta”, ha affermato la dottoressa Natalie Walker, direttore del Center for Addiction Research presso l’Università di Aukland.
Reazione contro la politica smoke-free
Una proposta di legge che, vista la larga maggioranza di cui gode il governo laburista, non dovrebbe avere problemi a essere approvata già all’alba del 2022.
Molti già discutono sul fatto che questo comporterebbe la perdita della libertà di scelta, del libero arbitrio. Infatti, alcuni sostengono che una politica di inasprimento sarebbe conforme a un governo, ma il divieto totale priverebbe la libertà personale. Altri sono preoccupati che il divieto totale andrebbe, quasi inevitabilmente, a favorire e sviluppare il mercato nero o di contrabbando.
Il partito liberale ACT New Zeland sostiene che la riduzione della nicotina nei prodotti colpirà duramente le persone a basso reddito, che saranno costrette ad acquistare più sigarette e fumare di più per assumere la stessa dose. Ma a quest’ultima obiezione ha già risposto la politica, nonché dottoressa e ricercatrice Ayesha Verrall, affermando che i livelli richiesti nella legge sono stati studiati e dimostrano che aiuteranno le persone a smettere di fumare.
Altri Paesi sulla strada dello smoke-free
Fiore all’occhiello in Europa e nel mondo è la Svezia, considerato all’unanimità uno stato smoke-free, dato che la percentuale ormai intorno al 5% è minima.
Il merito per aver raggiunto questo traguardo è stato lo snus (termine svedese che indica un tabacco umido in polvere per uso orale, prodotto mediante un procedimento di umidificazione a vapore) che viene posizionato sotto il labbro superiore per lunghi periodi.
In Italia è stata presentata la proposta di legge del Movimento 5 Stelle che vieta le sigarette in determinati luoghi pubblici anche all’aperto.
Anche altri Paesi stanno percorrendo la strada dello smoke-free, per esempio la Danimarca che si è data il traguardo di diventare Paese senza fumo entro il 2030.
Un progetto analogo è quello degli Stati Uniti: Healthy People 2030 che ha l’obiettivo del 5% di popolazione fumatrice, entro il 2030.
Bisogna però aggiungere che, al momento, solo 5 stati sono sulla buona strada. In ogni caso, seppur con andature differenti il mondo sembra davvero intenzionato a diventare smoke-free.
Riccardo Pallotta