Rieccoci con una ennesima proposta, bocciata ancor prima di trovare l’accoglimento da parte del governo, auspicato dalla ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina.
Non sono d’accordo sulle ultime pensate della Ministra né i presidi né gli insegnanti né il personale Ata e, sembra, neanche i sindacati.
Ma cosa riguarderebbe la nuova proposta? Si tratta di “Linee Guida” che prevedono l’inizio dell’anno scolastico per tutte le scuole d’Italia il 14 settembre (e va benino); non va bene invece quanto attiene alle misure di sicurezza poiché non tutte le scuole sono attrezzate alla desiderata, tant’ è che l’Associazione Nazionale dei Presidi ha dichiarato che in almeno il 40% delle aule non è possibile mantenere un metro di distanza tra un banco e l’altro. E poi non va bene neanche la suddivisione degli orari e il dimezzamento delle classi perché, lo ribadiscono da tempo sia il personale docente che i sindacati, non ci sono insegnanti a sufficienza. Assurda anche l’idea di utilizzare palestre e luoghi tipo museo per adibirli ad aule.
Eppure la soluzione al problema è facile, perorabile ed è una sola senza perdersi in tanti proclami: bisogna legittimare le assunzioni degli insegnanti precari di tutte le fasce secondo le direttive dell’Unione Europea, nonché tutti i vincitori di concorso e chiamare un numero adeguato di personale Ata.
La domanda di rimando è scontata, ma non legittima alla causa: dove si prendono i soldi? Partiamo dalla premessa inneggiata sempre da tutti i partiti prima di sedersi in parlamento che vuole la scuola e la sanità come punti prioritari dei loro programmi, e aggiungiamo che i soldi si trovano laddove ci sono spese inutili. Non è il caso di continuare a spendere parole per ribadire sempre gli stessi contenuti, ma vale ricordarne almeno due: mettere all’osso le spese per gli armamenti e quelle per i parlamentari.
Tutto il resto sono chiacchiere perché una nazione che voglia dichiararsi civile deve assicurare un’ottima istruzione ed una eccellente sanità, solo partendo da ciò è possibile l’affermazione del progresso e della cultura.
Bruno Cimino