Sappiamo tutti della leggenda che invocava una sorta di maledizione sulla tomba di Tutankhamon e che sarebbe la responsabile delle morti di numerose persone presenti al momento della scoperta e apertura della tomba del faraone.
Sappiamo però anche che le morti furono dovute a malattie che colpirono sia Lord Carnavon che le altre persone presenti sul posto.
Orbene proprio sulle origini di queste malattie si è fatta chiarezza e il mistero sembra essere risolto.
Lo studioso Ross Fellows grazie alle sue ricerche ha scoperto che all’interno della camera mortuaria dei faraoni, sigillata da oltre 3000 anni erano presenti delle radiazioni da uranio.
Il livello era così alto che chiunque ne fosse entrato in contatto avrebbe sviluppato malattie o addirittura il cancro.
Infatti, recita lo studio, sia la popolazione contemporanea che quelle dell’Antico Egitto hanno un’incidenza molto elevata di tumori ematopoietici, alle ossa, al sangue e al sistema linfatico che hanno come causa primaria l’esposizione alle radiazioni.
Tuttavia queste radiazioni non sono presenti solo nella tomba del Faraone fanciullo, ma sono presenti anche nelle rovine delle tombe dell’Antico Egitto, in un paio di siti di Giza adiacenti alle piramidi e in diverse tombe sotterranee di Saqqara.
Pare che chi abbia costruito questi siti archeologici fosse a conoscenza di tali tossine ed è per questo che avrebbe lasciato incisi quei moniti sulle pareti che non riguardavano le maledizioni dei faraoni quanto un avvertimento.
Le misteriose morti di Carnavon, Carter e l’egittologo britannico Arthur Weigall sono dunque dovute all’esposizione alle radiazioni quando fu aperta la tomba.
L’uranio era presene nelle tombe in quanto il radon (gas radioattivo che si forma dal decadimento del radio, a sua volta formatosi dal decadimento dell’uranio) era presente nelle rocce usate per costruire i monumenti funebri.
Adesso il problema è risolto grazie all’areazione dei siti archeologici e per questo i visitatori non corrono pericoli.