“Gli ucceli nell’aria perdono l’ali quando passa Nuvolari”.
70 anni fa ci lasciava Tazio Nuvolari. L’11 agosto 1953 il pilota mantovano moriva a 60 anni entrando definitivamente nel mito. Il più forte corridore automobilistico tra gli anni ’20 e ’50, uno dei più forti di sempre, era nato il 16 novembre 1892 e aveva iniziato la carriera nel 1920 con il motociclismo, alternando le gare su due ruote con quelle automobilistiche. La prima vittoria su 4 ruote fu epica: finì in un fosso, rompendo varie parti della macchina. Fu aiutato a ripararla dagli spettatori perché il meccanico che era con lui era stordito. Vinse comunque con una macchina senza numerosi pezzi e col meccanico svenuto sul sedile di fianco.
In carriera conquistò 1 Campionato europeo di automobilismo nel 1932 con 4 gare vinte su 26 disputate. In tutto nell’automobilismo ottenne 59 successi su 227 gare disputate, salendo sul podio in metà di esse (113) mentre con le motociclette si aggiudicò 40 vittorie in 124 gare con 63 podi. Vinse gare storiche come la Mille miglia (due volte) e la 24 Ore di Le Mans (una sola partecipazione).
Le sue imprese in un automobilismo eroico e pericoloso (numerosi le morti in gara per la scarsa sicurezza) lo fecero diventare una leggenda già mentre era in attività: Gabriele D’Annunzio, grande amante delle gare motoristiche, più volte aveva cantato le sue lodi; nel 1948 partecipò con un cammeo nel film “Totò al Giro d’Italia” dove interpretava se stesso. Soprattutto la musica lo ha celebrato nei decenni: da Secondo Casadei, fondatore della nota omonima orchestra, al Trio Lescano ma soprattutto con “Nuvolari” scritta e cantata da Lucio Dalla.
Daniele Capello