(o quello che volete)
Di William Shakespeare
Traduzione Federico Bellini
Adattamento e regia Giovanni Ortoleva
Dal 19-24 marzo 2024 – Teatro India
by Bruno Cimino
ll giovane fiorentino Giovanni Ortoleva, menzione speciale nel concorso “Registi under 30” della Biennale di Venezia 2018, chiamato anche “una promessa dall’immaginazione degna di nota” dal Nyt, firma adattamento e regia di una delle migliori commedie di William Shakespeare.
Sulle coste dell’Illiria, l’amore si diffonde a ritmo endemico. Il duca Orsino è innamorato di Olivia, ricca contessa che si nega alla sua vista per onorare il ricordo del fratello scomparso. Quando nel paese arriva Viola, una giovane reduce da un naufragio che prende servizio dal duca travestendosi da uomo col nome di Cesario, la ragazza si innamora perdutamente di Orsino e fa innamorare di sé la contessa Olivia, creando un triangolo irrisolvibile. A complicare ulteriormente la situazione arriverà in Illiria anche il gemello creduto morto di Viola, Sebastiano; dopo una lunga serie di fraintendimenti e imprevisti, la storia troverà finalmente il suo “lieto” fine. Una commedia sorprendente, amara ma lieve, surreale ma terrena, profondamente malinconica e irresistibilmente divertente.
Una scenografia ricca, caratterizzata da una possente gradinata, dove ogni personaggio tenta di scalare la vetta e avere il suo momento di gloria, più o meno lungo. La regia è caratterizzata da un’azione particolarmente ritmata. “La dodicesima notte non è una commedia d’amore ma una commedia sull’amore, sull’ossessione per l’amore che diventa ideologia e quindi malattia della mente” dichiara Ortoleva, e aggiunge “l’amore, l’ideologia romantica, non sono che fumo negli occhi con cui difendere le divisioni di una società classicista”, rappresentata dalla grande scalinata che domina la scena, realizzata da Paolo Di Benedetto.
Nota di regia
La dodicesima notte è senza dubbio uno strano oggetto. Scritta subito dopo Amleto (di cui mantiene in modo evidente alcuni motivi) è totalmente dominata dall’amore: non si parla d’altro in Illiria, e di altro non si vuol sentir parlare (né cantare), né nelle case dei nobili né nelle bettole degli ubriachi. Eppure questi discorsi sono deliranti, bizzarri, violenti; le frequenti dichiarazioni deviano spesso dall’amato per tornare alla celebrazione di sé; alla passione si associano frequentemente i termini della malattia, del martirio, della tortura; le canzoni hanno testi malinconici, spesso e volentieri mortiferi… Tutto questo fa pensare che La dodicesima notte non sia una commedia d’amore, come spesso viene detto, ma una commedia sull’amore, sull’ossessione per l’amore che diventa ideologia e quindi malattia della mente. Ogni personaggio è completamente assorbito dalla propria lovesickness. (Giovanni Ortoleva).