Si chiama Domenico Aiello, è un avvocato del WWF-Italia ed è impegnato quotidianamente contro i crimini ambientali. Il suo è un curriculum che parla chiaro: non c’è metro d’aria inquinato che non venga individuato, per indagare sulle responsabilità da perseguire per legge. Ma le leggi, in talune realtà, non sono sufficienti: servono degli adeguamenti, se non addirittura degli inasprimenti che presuppongo politici seri, scevri da dipendenze lobbistiche, che abbiano la testa sulle spalle e il cuore in mano. E qui sta il problema.
Lo studio dell’ambiente da una parte e i crimini dell’uomo contro la flora e la fauna del nostro pianeta sono sotto gli occhi di tutti. I problemi li conosciamo e sappiamo anche che le soluzioni tardano ad arrivare.
Sono tanti gli scienziati convinti che molte cose non sono più recuperabili; tante le specie animali e le varietà vegetali che si sono estinte, a causa dell’inquinamento e del progresso attuato senza alcuna considerazione per questo pianeta che è l’unico che abbiamo per vivere.
In una recente intervista, a cura di Bruno Cimino, che a breve sarà pubblicata dalla testata “Informa”, un periodico territoriale calabrese, l’avvocato Aiello punta il dito contro la mediocre e inadeguata attenzione delle istituzioni, quasi un disinteresse che ha portato, per esempio, alcune compagini partitiche a rallentare ogni adeguamento alle leggi esistenti e ad altre innovative, quali l’introduzione della tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, attraverso la modifica dell’art. 9.
Aiello, si legge nell’intervista, chiederebbe al Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, qualora si verificasse l’occasione, “Una maggiore apertura al dialogo e un coinvolgimento istituzionale più forte perché solo unendo le forze con le Associazioni che sono pronte a fornire supporto e collaborazione, nel rispetto dei reciproci ruoli, si possono assumere scelte utili, concrete e coraggiose”.
Al neo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, esaltando questa terra come unica da un punto di vista ambientale e paesaggistico, essendo ricca di biodiversità e di ambienti ancora incontaminati, caldeggerebbe una più efficace presenza sul territorio. “Sarebbe auspicabile, dice l’avvocato del WWF, orientare la propria azione avvalendosi del supporto e della collaborazione delle Associazioni di protezione ambientale”.
Aiello quel territorio lo conosce bene, essendo nato a Tropea e avendo vissuto tra le amene colline circostanti di Caria, un paesino del vibonese, a ridosso del Monte Poro. Lì la vegetazione è ancora in discreta salute, ma le scelleratezze sono dietro l’angolo.
Il fallimento della conferenza di Glasgow è forse l’esempio più lampante. Non esiste nel mondo una governance internazionale che possa dare risposte nell’immediato alle preoccupazioni in atto. E allora, l’impegno di persone come Aiello e di Associazioni come il WWF sono forse l’ultima ancora di rilancio e salvezza.
Bruna Fiorentino