In un mondo dove la password del Wi-Fi è, generalmente, la seconda o la terza domanda che viene fatta ogni qual volta si arriva in un qualsiasi luogo, i locali controtendenza si fanno sentire e si distinguono. A ricordarci che oltre allo smartphone, intorno a noi ci sono altre persone, una bevuta da bere o un piatto da assaggiare c’è un ristorante, La Buatta, nel quartiere Vomero di Napoli, dove il telefono rimane in tasca, silenzioso, l’atmosfera è vintage e i dettagli hanno di nuovo importanza. Il mantra è guardarsi negli occhi e chiacchierare, questi i due principi cardine portati avanti da Angela Gargiulo, che ha deciso di aprire le porte di un luogo nel quale tutti riuscissero a sentirsi a loro agio.
Un ambiente raccolto con un massimo di 40 coperti e prezzi abbordabili, tra barattoli di latta (a ricordare proprio il nome la Buatta che significa barattolo), fiori colorati, mobili antichi e una cucina tradizionale, tipica. Angela ha deciso di ribattezzarla trattoria di conversazione, proprio per celebrare il messaggio che vuole trasmettere a tutti coloro che passano di lì, con cui si intrattiene non solo parlando di cucina, ma anche di progetti, problemi, idee e soluzioni; la stessa che fino al 2011 faceva la ceramista e poi ha deciso di cambiare e di reinventarsi, buttandosi sulla cucina creando un locale differente. Per di più, la locanda è caratterizzata da uno staff tutto al femminile, senza ruoli troppo definiti ma con la collaborazione la convivialità di una famiglia. Il menù cambia, segue le stagioni e la tradizione fa da padrona.
Tutti elementi che hanno fatto la forza di questo ristorante, che riscuote sempre più successo dimostrando come in molti apprezzino la filosofia sposata dalla titolare. La Buatta è stata anche inserita all’interno della Guida ai sapori e ai piaceri della Campania e tutti sono i benvenuti e per chiunque volesse di trova in via Filippo Cifariello 14, ma per trovarlo è sufficiente seguire la scia di profumi che si diffonde per tutta la via.
Giulia Baldini