Sacrofano , location di svariati film, Verdone ci sceneggia più volte.
Dante Matelli, critico e moderatore, con Alessandro Boschi di Radio Tre, entrambi professionisti in cinematografia, amici di Carlo e Sacrofanesi acquisiti.
Agli esordi frequenta cineclub, da studente apprende cosa fosse il cinema con grandi educatori, nell’underground americano, inglese, tedesco.
Sul finire degli anni ‘60 anche l’Italia primeggia e il destino lo porta ad Alberto Sordi, attore con maschera e carisma, i suoi personaggi intrisi di mitomania, di avanguardia, autentico, dai tempi sordiani inizialmente è poco compreso dal pubblico conservatore.
E Federico Fellini? In primis amico. Da lui deve aver capito che non era poi così male fare il regista.
Regista tra più grandi al mondo, psicologo, scrutatore, veste, trucca, offre mimica, recitare, toni e gesti dei suoi personaggi.
Doveroso richiamo a Claudia Gerini, artista completa, c’è armonia mentre girano insieme.
Stanislasky e il lavoro dell’attore su se stesso: l’uomo senza perdere se stesso deve creare il personaggio. Sordi, Fellini, Verdone, ecco l’ “Actor studio romano”
Viaggio introspettivo nei due libri “La carezza della memoria” e “La casa sopra i portici”, quei portici di Lungotevere, il Quadrilatero, come lo definisce, in un bar, si ispira con un bullo del quartiere per il personaggio di Furio.
Attaccato alla famiglia, elogia il padre , con lui ha imparato a viaggiare, anche in un’Europa dell’est, di difficile interpretazione ai tempi.
Genitori grandi educatori, il papà insegna anche in silenzio mentre scrive con la sua Olivetti, illustre, acculturato, mentore. “Il vero Verdone è stato lui”.
Severo nei giudizi annuisce, poi orgoglioso di un figlio grande artista, si emoziona con un sacco bello.
A lupo, a lupo!
Leggermente autobiografico, si aggiudica una dedica su un libro del papà, rammaricato, la legge tardi, non potendo più interagire, scoppia in un pianto, ha perso l’occasione per poter dire grazie al papà.
Carlo ama anche la fotografia, Luci nel silenzio, una mostra, per lui, catturare l’istante?
Ha una manciata di secondi, prima che i colori vadano via, momento di rilassatezza, preghiera, non è merito suo afferma, è merito di qualcosa di metafisico, quei colori non sono opera sua, la bravura è solo nel carpirli e catturarli.
Laura Tenuta