Invalidità civile: in quali casi spetta l’indennità di accompagnamento e quali sono i requisiti per la pensione di invalidità
Non sempre in caso di invalidità civile si ha diritto a percepire l’assegno di accompagnamento. Cerchiamo di fare chiarezza e capire in quali casi viene corrisposto tale contributo economico.
In quali casi si è riconosciuti come invalidi civili?
Si viene riconosciuti invalidi civili quando si è affetti da una menomazione congenita o acquisita nel corso della vita, che comporti una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo.
L’invalidità civile è tale se non deriva da cause di servizio, guerra o lavoro e viene espressa in percentuale.
Si considerano invalidi civili, ai fini del riconoscimento dell’indennità di accompagnamento anche coloro che abbiano superato i 65 anni di età, che non siano in grado di svolgere in modo permanente i compiti e le funzioni della vita quotidiana adeguate alla loro età.
L’invalidità civile comporta il diritto ad una serie di benefici la cui tipologia e entità è connessa alla gravità dell’invalidità stessa e alla presenza di taluni requisiti. Tra questi benefici figura l’indennità di accompagnamento.
Che cos’è l’indennità di accompagnamento e quando se ne ha diritto?
L’indennità di accompagnamento, istituita nel 1980, spetta agli invalidi civili al 100%. Si tratta di un contributo economico erogato a favore degli invalidi civili totali e permanenti, cioè coloro che non siano in grado di deambulare se non con il supporto di un accompagnatore o che necessitino di assistenza continua per lo svolgimento di attività quotidiane essenziali. Aspetto fondamentale, che differenzia l’indennità di accompagnamento, ad esempio dalla pensione di invalidità, è che non richiede il rispetto di soglie reddituali specifiche ed è svincolata da limiti di età.
Il riconoscimento della percentuale di invalidità deve essere effettuato da un’apposita commissione ASL, che agisce su incarico dell’Inps. L’interessato dovrà infatti presentare la domanda all’Inps, mediante accesso al sito internet o avvalendosi dei servizi di un patronato.
L’indennità di accompagnamento è cumulabile con la pensione di invalidità, in quanto trattasi di forme di sostegno tra loro compatibili.
Tuttavia, qualora sussistano i requisiti per ottenere l’assegno di accompagnamento non è detto che vi siano i presupposti per avere diritto alla pensione di invalidità. Per percepire quest’ultima è infatti necessario possedere dei parametri determinati. Oltre all’invalidità totale e permanente è necessaria un’età compresa tra i 18 e i 65 anni è la percezione di un reddito annuo personale che non sia superiore a 16982 euro per il 2020.
Se per l’indennità di accompagnamento non è richiesto alcun requisito di reddito è tuttavia necessario un requisito di carattere fisico ovvero la non autosufficienza.
Manuela Margilio