Chi sono i firmatari italiani dell’interrogazione a risposta scritta.
Revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini Comirnaty e Spikevax. Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta P-002869/2023 alla Commissione. Così si legge all’interno della home page del Parlamento Europeo di cui al presente link. L’interrogazione risale al 29 settembre 2023 e porta la firma anche di europarlamentari italiani. Vale a dire di Francesca Donato (NI) e Sergio Berlato (ECR). Dell’onorevole Berlato avevamo avuto modo di parlare di recente a proposito del suo intervento in occasione della presentazione del libro V-19 del Dott. Massimo Citro della Riva. Evento tenutosi in Veneto con grande partecipazione di pubblico per il quale si rimanda a nostri due approfondimenti di cui al link 1 e link 2.
Tra gli ulteriori firmatari anche: Virginie Joron (ID) Marcel De Graaf (NI) MIslav Kolakusic (NI) Sylvia Limmer (ID) Cristian Terhes (ECR). Ma cosa è che ha determinato questa mobilitazione su scala europea? “Il 1settembre 2023 -sta scritto nel testo dell’interrogazione – l’Agenzia europea per i medicinali ha aggiornato le autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini Comirnaty e Spikevax evidenziando nell’allegato I delle autorizzazioni all’immissione in commercio” quanto segue. Per entrambi i prodotti si menziona “l’accresciuto rischio di miocardite e pericardite, che talvolta comportano ricoveri in terapia intensiva o addirittura la morte, principalmente tra i giovani”.
Motivi dunque più che legittimi per attenzionare lo stato delle cose e i futuri intendimenti degli organismi sovranazionali. L’interrogazione si esprime anche in merito all’efficacia e la sicurezza di tali vaccini indicate come “incerte per le persone immunocompromesse, che appartengono alla categoria di persone “vulnerabili”, per le quali sono raccomandati i vaccini. Tali aggiornamenti – prosegue l’interrogazione – confermano la possibile correlazione tra le numerose denunce di “malattia improvvisa” e decesso tra persone giovani e apparentemente sane e la somministrazione dei suddetti vaccini, decesso che nella maggior parte dei casi non è seguito da autopsia”.
L’interrogazione poi va ancora più a fondo e riporta ulteriori premesse prima di andare al cuore della domanda. Viene infatti scritto che è stato “riconosciuto che i vaccini hanno effetti nocivi gravissimi e potenzialmente letali per i pazienti riceventi”. Inoltre viene riportato che “la loro sicurezza ed efficacia sono ancora incerte e considerato il rischio trascurabile di morte per il virus e l’attuale disponibilità di cure”. Tutto ciò premesso, si passa alle richieste formali rivolte alla Commissione Europea. Vale a dire si chiede che venga fornita risposta scritta ai seguenti quesiti:
In primis, viene chiesto alla Commissione se “intende revocare le autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini in questione”. Poi si chiede alla Commissione “in che modo intende affrontare i gravi danni alla salute e prevenire la morte dei cittadini vaccinati”. Una interrogazione che essendo “prioritaria” ha tempi di risposta molto più celeri rispetto ai termini standard. Ovvero, stando a quanto riporta l’art. 138 del Regolamento “il destinatario deve rispondere entro tre settimane dal momento in cui l’interrogazione gli è stata trasmessa”. Si attende quindi il responso scritto a stretto giro di “posta”.
Di Maria Teresa Biscarini